Alitalia, Lega e An all'attacco di Tremonti

La missiva con cui il ministro dell'Economia ha chiesto ai vertici della compagnia far fronte in autonomia al salvataggio a prescindere dalle misure che il governo mettere in cantiere, non è piaciuta alla Lega e ad Alleanza Nazionale. Entrambi temono che Tremonti voglia portare avanti il progetto di scindere la compagnia facendo confluire in una bad company tutte le attività inperdita e gli esuberi e poi vendere la parte sana. Così ieri c'è stata la levata di scudi prima del ministro del Welfare Maroni e poi di Alleanza Nazionale con un altolà esplicito a Tremonti. Sia Maroni che An hanno sottolineato che l'iniziativa del ministro dell'Economia è stata del tutto personale e «non è condivisa dal governo». Maroni ha anche chiesto un incontro urgente con Fini, Berlusconi e Tremonti per prendere una decisione in vista del cda dell'Alitalia di martedì prossimo. Il portavoce di An Mario Landolfi ha ricarato la dose dicendo che Tremonti «non ha certo concordato con Palazzo Chigi la lettera». Insomma uno stop bello e buono che rinvia ad un chiarimento presumibilmente proprio nel consiglio dei ministri di domani quando il caso Alitalia, come ha confermato il premier Berlusconi, sarà tra i temi in discussione. A rinfocolare la polemica, come se non bastasse, ieri è arrivato anche un chiarimento ufficiale del governo per bocca del ministro dei Rapporti con il Parlamento Giovanardi. La richiesta di Tremonti, dice, è stata quella di «attivare» ogni misura in grado di garantire la continuità dell'attività d'impresa «a prescindere dai requisiti di sistema» che tra l'altro, «non sono solo a sostegno della compagnia ma, per due terzi, a favore della concorrenza, e quindi potrebbero rischiare di aggravare la crisi della compagnia». Giovanardi poi invita a «prescindere dalle parole dei ministri che non rappresentano la linea del governo» e punta il dito contro Prodi» che, da Bruxelles, potrebbe condannare le misure del governo a sostegno della compagnia. Giovanardi non manca neppure di tirare in ballo il management della compagnia e le sue «responsabilità nella gestione» mentre il governo «sta cercando soluzione senza buttare altri milioni di euro in una voragine senza fondo». Inanto l'azienda è al lavoro per arrivare al cda di martedì con una serie di misure che consentano i risparmi chiesti dall'azionista. L'amministratore delegato Marco Zanichelli che ieri ha avuto un lungo colloquio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, ha annunciato un poderoso giro di vite sulle spese. Con una direttiva vengono messi sotto stretto controllo tutti i costi dalle consulenze, allapubblicità, alle missioni fino al vestiario, agli arredi e ai telefonini. Oggi poi è stato fissato un incontro con i sindacati per cercare di arrivare ad un'intesa sull'aumento della produttività. Il clima tra il personale è pesante e i sindacati hanno annunciato una mobilitazione «totale». Lo faranno prima con un sit-in a Palazzo Chigi venerdì 23 aprile e poi con una riunione intersindacale il 29 «ai massimi livelli per valutare gli ultimi sviluppi della situazione e per stabilire il percorso e le modalità della mobilitazione dei lavoratori che, se non interverranno sviluppi positivi, inizierà dal 30 aprile.