Seat, il bond diventa molto appetibile

A.,registrata in Lussemburgo, e alla quale Seat fornirà le dovute garanzie. Il bond di 1,15 miliardi di euro si aggiungerà ad altra liquidità fino alla concorrenza di 3,5 miliardi, da distribuire quale maxidividendo agli azionisti. A beneficiarne maggiormente sarà la subSiver, la società veicolo derivante da una operazione definita a telescopio, per scaricare attraverso due operazioni successive il debito degli autori del leverage buy-out con il quale si è arrivati al possesso del 60 per cento delle azioni dell'azienda directory "Pagine Gialle". Nei giorni scorsi annunciando il lancio dell'operazione, prima del road show iniziato a Londra, l'amministrtatore delegato di Seat, Luca Majocchi aveva annunciato tra l'altro che per i prossimi due anni "sarà difficile distribuire altri dividendi"; Si conclude così un iter, legalmente perfetto, ma moralmente discutibile, per cui si trasferisce su una società il debito contratto per comprarla, ibndebolendola sotto il profilo finanziario ed economico, e procurando così non pochi allarmi in tutti gli stakeholder, a cominciare da dipendenti e fornitori, oltre che degli azionisti di minoranza. Il maxibond, la cui emissione dovrà essere approvata il 14 aprile prossimo dal Consiglio di Amministrazione, per accedere alla quotazione promette ai sottoscrittori - visto il rischio che una società privata di free capital comporta - un tasso particolarmente elevato, vale a dire fra l'8 e l'8,25 per cento, anche per un titolo con scadenza a dieci anni. Il tasso é superiore a quello preannunciato dallo stesso Majocchi al momento dell'annuncio, del 7 per cento, quando si prevedeva un rating da parte di Standard & Poors e Moody, del tipo BB+. Scrivendo di questa vicenda avevo sottolineato come forse il 7 per cento non sarebbe bastato, ove il rating si fosse abbassato. E a quanto pare, anche se non esiste conferma sembra che ciò sia avvenuto, togliendo al bond quel + che gli avrebbe forse consentito di tenere un tasso più basso. Aumentando il rischio gli investitori, in questo caso tutti istituzionali, pretendono anche una migliore remunerazione. E gli azionisti di minoranza? Riceveranno anche loro un bel dividendo, ma di una società che chi l'ha acquistata ha reso più debole. In nome della legge 130/99.