PARMALAT ha evitato il default con l'integrale rimborso del bond da 150 milioni di euro scaduto lunedì scorso.

La fiducia in Bondi dell'Erario e di un gruppo di banche creditrici, che hanno messo a disposizione rispettivamente circa 35 milioni (come restituzione dell'Iva) e 25 milioni di euro, ha evitato il disastro, e fatto tirare un respiro di sollievo anche alla borsa. Proseguono ora senza posa i contatti per cercare di appianare i punti ancora controversi, tra tutti i 400 milioni di dollari circa da versare in teoria entro mercoledì prossimo ai soci di minoranza di una controllata controllata brasiliana (Parmalat Empreendimentos). L'integrale estinzione dell'obbligazione Parmalat Finance Corporation è stata possibile anche grazie al rimborso fiscale di un credito vantato dal gruppo di Collecchio nei confronti dell'Agenzia delle entrate «certo, liquido ed esigibile». I fondi rientrati in questo modo, si è appreso da fonti finanziarie, sarebbero stati pari a circa 35 milioni di euro. Il contributo decisivo è però giunto dal pieno dispiegarsi dell'effetto Bondi. Sarebbe stato infatti l'ex manager di Montedison a convincere gli istituti di credito a sbloccare la situazione, dopo vari scambi di vedute con l'assistenza più o meno informale di Mediobanca e Lazard. Le banche creditrici, Intesa e Capitalia in testa, con l'eccezione di Unicredit e Sanpaolo Imi, hanno poi fornito gli altri 25 milioni di euro che mancavano a Parmalt per il rimborso del bond. Un intervento che non muta molto l'esposizione dei singoli istituti: Capitalia ha sottolineato di vantare crediti per a 393 milioni di euro, 198 dei quali a rischio pieno, con crediti che riguardano comunque solo le società operative del gruppo. Il rimborso del bond ha comunque innescato una immediata reazione nel mercato. I titoli della società, sospesi praticamente per l'intera giornata con perdite superiori al 26%, hanno bruscamente ridotto le perdite chiudendo in calo del 14,97% a 1 euro, tra scambi comunque vorticosi e pari al 7% del capitale. Il vero rimbalzo si è visto però nella seduta serale, con un rialzo del 10% a 1,1 euro.