Piazze Europee in calo trascinate dal petrolio

Anche Wall Street non aiuta malgrado i dati macroeconomici sostanzialmente positivi. Il pil Usa nel secondo trimestre ha fatto un balzo e sale al 3,3%, più delle attese. Gli utili societari sono saliti del 14,5%, il rialzo più rilevante dall'ultimo trimestre del 2001. Ma le incertezze sulla ripresa rimangono forti, e lo dimostra l'indice dell'Università del Michigan che è sceso a settembre a 87,7 punti contro l'89,3 di agosto. Così Parigi chiude lasciando sul terreno lo 0,43%, Londra l'1,07%. Francoforte cede intorno allo 0,53%. Non va meglio a Milano, dove il Mibtel perde lo 0,67% e il Mib30 llo 0,77%; sulla stessa linea il Numtel, che lascia sul terreno lo 0,69%. Tra le blue chips in calo i bancari: Mediolanum cede l'1,06%, Bnl l'1,87%, Popolari Unite il 3,40%, San Paolo Imi l'1,13%. Prevalgono le vendite anche sul settore petrolifero, su cui scattano le prese di beneficio dopo i rialzi seguiti all'aumento del petrolio: Eni cede l'1,02%, Saipem il 2,81%. Giù anche Stm -1,35%. In calo anche Fiat (-2,18%), che scivola sotto quota 7 euro. Luxottica lascia sul terreno l'1,04%, Tra i positivi, Parmalat, che recupera lo 0,62% e Telecom Italia in progresso dello 0,60%. Vola Alitalia (+2,89%). Listini contrastati in Asia, dove Tokyo chiude invariata (+0,08%). Bene Nissan con un +2,4% e Toyota, che mette a segno un rialzo del 2,1%. Quanto alle altre piazze finanziarie, Seul cede il 2,26%, sulla debolezza dei titoli bancari, come Kookmin Bank (-6%), per l'incremento dei crediti in difficoltà.