PRIMI scontri tra manifestanti e polizia a Cancun, in Messico, dove ieri si è aperto il vertice della Wto.

Gli incidenti sono cominciati al termine del corteo promosso da una serie di organizzazioni contadine, al quale avrebbero partecipato circa 50.000 persone. Un migliaio di giovani, alcuni dei quali a volto coperto, si sarebbe fermato all'altezza del blocco creato dalle forze dell'ordine per impedire il passaggio dei manifestanti. È cominciato l'assalto alle grate, nel tentativo di abbatterle, mentre una fitta sassaiola ad altezza d'uomo veniva indirizzata contro le forze dell'ordine. Alcuni manifestanti hanno tentato di oltrepassare la barriera armati di bastoni, la polizia ha risposto con i manganelli. Ma a parte alcune frange aggressive, la manifestazione ha visto in piazza contadini, studenti, operai e disoccupati, in massima parte messicani, variamente «reclutati» da diverse organizzazioni contrarie alla politica del Wto. Anche un centinaio di italiani, secondo le autorità messicane, avrebbero partecipato alla manifestazione. I manifestanti hanno sfilato lungo il paseo Kukulkan, l'ampio viale su cui si affacciano i grandi alberghi. Fra gli argomenti, il «no» alle liberalizzazioni, che danneggiano le economie agricole dei Paesi poveri. Divisi sulla strategia e sulle iniziative, i movimenti di contestazione alla globalizzazione si sono accordati tuttavia su una serie di richieste: dal no alla privatizzazione dell'acqua e dei servizi idrici al no al protezionismo agricolo di Ue e Usa, al no alla liberalizzazione di servizi come la sanità e l'istruzione. Bordate anche contro l'accordo sui farmaci salvavita che, se non ratificato all'interno del consiglio dei Trips (che si occupa di proprietà intellettuale), dovrà necessariamente registrare l'intervento del consiglio generale della stessa Wto per autorizzare ciascun Paese che chiede i farmaci a basso costo. E i no global non vogliono che sia il Wto ad occuparsi di questo settore.