Fiat: no di Deutsche Bank per l'aumento di capitale

Parteciperanno invece all'operazione Generali e San Paolo Imi. La decisione della banca tedesca è motivata dalla «politica di riduzione del suo portafoglio industriale», come si legge in una nota. Il gruppo di Francoforte avrebbe dovuto investire 51 milioni di euro nell'azienda italiana per mantenere la quota attuale del capitale, che è oggi l'1,6%, come ha precisato il portavoce, riferendosi al portafoglio di db industrial holding e spiegando che la quota varia nel tempo a seconda di eventuali posizioni di trading. Le ultime comunicazioni a Consob, infatti, vedevano il gruppo db al 2,4% (db industrial holding 1,8%, db alex brown 0,052%, morgan grenfell 0,008% e db ag 0,51%). Il portavoce dell'istituto di credito ha anche sottolineato che la separazione delle partecipazioni industriali è uno dei pilastri della strategia decisa dal presidente Josef Ackermann, alla guida di Deutsche bank dal maggio 2002. La banca ha infatti già ceduto le quote possedute in Continental, Suedzucker e Buderus, ma anche quelle in Munich re, Allianz e nella borsa tedesca. È stato inoltre confermato che H.J. Lamberti, membro del consiglio della banca, rimarrà nel supervisory board della Fiat. Via libera alla sottoscrizione della propria quota nell'operazione è venuto invece dalle Generali, che hanno in portafoglio il 2,5% circa del capitale Fiat con diritto di voto, e da San Paolo (2,5%) che fa anche parte del consorzio di garanzia di undici banche italiane e straniere che assiste l'operazione.