Fiat, parte domani l'aumento di capitale

Gli investitori non sembrano credere fino in fondo all'operazione finanziaria del Lingotto, che prevede una ricapitalizzazione da 1,842 miliardi di euro per Fiat Auto, da 458,7 milioni per Ifi e 502,2 milioni per Ifil. Da quando infatti è stata annunciata l'operazione, Fiat ha lasciato sul terreno circa l'8% e non è andata tanto meglio alle azioni privilegiate (-4,68% a 3,88) e per le risparmio (-1,8% a 3,99). Le vendite però hanno colpito anche le casseforti della famiglia Agnelli: Ifi privilegiate hanno perso il 5,74% a 5,76 euro. Pesano sugli umori del mercato le condizioni dell'aumento di capitale - decisamente a sconto rispetto ai livelli attuali - ma anche le ipotesi di delisting rilanciate dalle indiscrezioni degli ultimi giorni. L'operazione potrebbe essere propedeutica a una fusione con la Giovanni Agnelli&C. Sapaz, che potrebbe così avere il controllo totale della finanziaria francese Exor, ricca di liquidità. La società non ha voluto commentare l'ipotesi che, secondo gli operatori, si può considerare "verosimile". Oltre all'aspetto finanziario c'è quello societario. Anche qui i sentimenti sono contrastati. Il nuovo piano industriale è stato oggetto di critiche e revisione di giudizi e in definitiva è stato accolto con freddezza. Il ministro del Welfare Roberto Maroni l'ha bocciato, anche se poi ha fatto parzialmente marcia indietro dicendo che aiutare l'industria dell'auto è un dovere. Preoccupati i sindacati, con la Cgil in prima linea e la paura per i tagli al personale che il piano firmato dall'ad Giuseppe Morchio prevede. Preoccupazione anche per l'opzione put" del partner americano General Motors, che non ha ancora sciolto il dubbio sulla sua partecipazione o meno alla ricapitalizzazione della Fiat. Anche le banche prendono tempo. Lehman Brothers definisce i progetti di rilancio del Lingotto ìpoco ispirati", mentre alcuni istituti di credito si dicono moderatamente ottimisti.