Lavoro, assunzioni col passaparola

La prima rilevazione semestrale dell'Isfol sui canali di reclutamento dei lavoratori rivela uno spaccato aziendale che, soprattutto nel Mezzogiorno, quando necessita di nuovo personale preferisce ricorrere al passaparola e alla conoscenza diretta, mentre ignora quasi totalmente internet (1,1%) e le camere di commercio o le associazioni di categoria (1,5%). «Il 25,8% delle imprese italiane ha effettuato assunzioni nei 12 mesi precedenti la rilevazione», è scritto nel Monitoraggio 2002 dei servizi per l'impiego, che sottolinea come siano state le imprese «del Mezzogiorno, quelle di medie dimensioni (6-19 addetti) e quelle del settore manifatturiero e del commercio a mostrare una maggiore predisposizione all'assunzione». Quanto ai canali di reclutamento, quelli «informali - scrive l'Isfol - predominano, visto che il 67,5% delle aziende li considera come uno dei due principali. Quota assai elevata - aggiunge - è anche quella del reclutamento attraverso l'autocandidatura della persona assunta (30,4%)». I servizi pubblici per l'impiego si ritagliano, invece, una quota del 10,8%, che l'Isfol, giudica comunque «tutt'altro che trascurabile», soprattutto se messa in relazione alle altre strutture di collocamento come le agenzie private (2,2%), e le società di ricerca e selezione di un 1,4%. Infatti - sottolinea il rapporto - «se si escludono le autocandidature e i canali informali, che non necessariamente presuppongono un'attivazione delle imprese nella ricerca del personale, emerge che le modalità principali sono le inserzioni a mezzo stampa (12,2%), gli Spi, appunto, le agenzie di lavoro interinale (7,8%), e le scuole di formazione (5,5%)». In particolare, ricorda l'Isfol, a ricorrere ai Servizi per l'impiego sono più le aziende del Nord (11%) di quelle del Sud (8,8%), e quelle di grandi dimensioni (16,7%) rispetto alle Pmi (7,2%). «Tuttavia - avverte l'istituto - le agenzie di lavoro interinale cominciano a profilarsi come dirette concorrenti dei Servizi per l'impiego, visto che per alcune disaggregazioni la quota loro competente supera quella di Spi». In Italia, i Centri per l'Impiego (CPI) sono così distribuiti: 217 si trovano nelle sette regioni del Sud, 116 al Nord Est, 114 al Nord Ovest e 80 al Centro. Sotto il profilo delle politiche attivate , il Rapporto Isfol ci dice che sul fronte del lavoro le regioni stanno imparando a dialogare e manifestano una programmazione qualificata. Si condividono i progetti e si stanziano sempre più risorse per rinnovare le attrezzature e le sedi.