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Dopo una tantum e condoni ora bisogna tagliare la spesa. Attenzione al debito

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Nel Rapporto sull'Italia si chiedono interventi sulla sanità. La ripresa arriverà solo nel 2004 Ocse, subito la riforma delle pensioni

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La riduzione delle tasse è stata una manovra positiva per l'Italia, ma adesso l'Italia ha urgente bisogno di fare le riforme. Si trovano luci e ombre, ma soprattutto alcune raccomandazioni, su debito pubblico concorrenza liberalizzazioni e bilancio dello stato, nel rapporto 2003 sull'Italia redatto dall'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che prevede per il 2004 un tasso di crescita in linea o superiore alla media europea, con l'inflazione finalmente sotto la soglia del due per cento. La ripresa arriverà a fine anno ed entro il 2004 la crescita dovrebbe arrivare a superare la media europea. Secondo gli economisti di Parigi, il governo deve aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione e tagliare la spesa primaria nelle aree che non influenzano la concorrenza e la crescita. In questo modo potrà ottenere i fondi per continuare nel programma di riforme e dovrà puntare a un forte avanzo primario di bilancio per ridurre il debito pubblico, vero macigno nel percorso del risanamento, in particolare se i tassi di interesse dovesse tornare a salire. Una bacchettata al governo arriva sul tema delle liberalizzazioni: con il ritorno nelle mani dell'esecutivo di alcuni poteri già affidati alle Autorità indipendenti si rischia di fare passi indietro nel campo della concorrenza. In particolare in alcuni settori, come le telecomunicazioni, l'elettricità e il gas, il governo «ha un eccessivo potere nel fissare le tariffe». Sono buone, invece, le prospettive di crescita per il 2004, anche se l'Italia «non ha dimostrato capacità di recupero" rispetto alla crisi globale iniziata a fine 2001 e per quest'anno "è improbabile che ci sia una ripresa in anticipo rispetto ai suoi partner commerciali". La crescita «è debole, la fiducia è bassa, l'inflazione è sopra la media della zona euro e ci sono segnali di una generale perdita di competitività". I dati che emergono dal rapporto dell' Ocse sono "inesatti". Lo sostiene il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani "Ho visto che l' Ocse - spiega Epifani - dice cose inesatte anche sui salari. C' è una specie di coalizione che interviene su cose che non conosce, su processi nazionali che sono stati già avanzati e, quindi, dà suggerimenti sbagliati".

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