Fiat, parte il riassetto di Ifi e Ifil

Oggi si comincia con i soci dell'Ifi, che approveranno la delega al consiglio di amministrazione per aumentare il capitale fino a 500 milioni di euro. L'obiettivo dell'operazione, varata il 3 marzo, è innanzitutto quello di ridefinire i ruoli delle due finanziarie: l'Ifi diventerà holding di vertice, mentre tutte le partecipazioni, escluso il 25% di Exor, saranno concentrate nell'Ifil. Si tratta del 18% del capitale ordinario Fiat e del 20% circa del capitale privilegiato, dell'1,13% del Sanpaolo Imi, del 62% della Juventus e del 50,1% della Soiem, una società di servizi non quotata. Un pacchetto di azioni del valore complessivo di circa mille milioni di euro. Per acquisirle l'Ifil, le cui redini sono state assunte da Gianluigi Gabetti, lancerà un aumento di capitale riservato all'Ifi per 167,450 milioni di azioni ordinarie e 119,635 milioni di risparmio per un valore nominale complessivo che supera di poco i 287 milioni di euro. Dopo il riassetto, Ifi manterrà, oltre alla partecipazione di Exor, il controllo di Ifil (59,6% del capitale ordinario nel caso di adesione alla conversione da parte di tutti gli azionisti di risparmio). Il progetto ha anche lo scopo di rafforzare la struttura patrimoniale e finanziario dell'Ifil: il valore delle partecipazioni passa infatti da 2,2 a 3,1 miliardi, senza toccare l'indebitamento netto. Ma la razionalizzazione e la semplificazione del gruppo si è completata con un'altra mossa: la conversione delle azioni di risparmio Ifil in ordinarie, più gradite agli investitori internazionali e al mercato in genere. All'assemblea di Ifil, che segnerà l'esordio di Gabetti, uomo-finanza della famiglia, Umberto Agnelli non parlerà: come ha spiegato al convegno di Confindustria a Torino, la linea scelta resta quella di privilegiare i fatti alle parole.