il futuro del centrosinistra

Sentire il popolo

Pietrangelo Buttafuoco

La specchiata qualità di Pier Luigi Bersani – già leader del Pd, ottimo ministro nei governi D’Alema e Prodi – è nel suo essere un vero comunista e non un generico della sinistra. Un sincero patriota, quindi – uno che sa ascoltare il popolo – e non un borghesuccio lib-lab. Non fa altro che «incontrare vecchi comunisti che hanno votato Lega». Così dice nelle recenti apparizioni televisive e le sue argomentazioni, a cominciare da quella più traumatica – «Il governo non è populista, è popolare» – certificano, oltre a un sincero rigore etico, il coraggio dell’onestà intellettuale. Non c’è una sinistra – dice ancora ai microfoni di Giovanni Floris – «in grado di reggere l’urto di una destra in arrivo». Bersani, classe 1951, si sottrae alla propaganda dei fighetti e si fa carico dell’esercizio critico. La famosa mucca è infatti risultata gialloverde, s’è presa tutto il corridoio mentre i capataz del Pd – l’ex partito di Bersani – restano preda dell’isteria di frasi fatte, di slogan autoassolutori e del pappapero che va dal pop-corn di Matteo Renzi al mancato patto con quel che resta di Forza Italia, al Nazareno. Ed è un farsi carico della realtà, il suo. Senza mai smettere di ascoltare il popolo.