live fa discutere

Guerra totale sull'Eterno Riposo da Barbara d'Urso

Giada Oricchio

La preghiera “Eterno Riposo” recitata in tv da Barbara D’Urso e Matteo Salvini in memoria dei morti per Coronavirus, durante l’ultima puntata di “Live – Non è la D’Urso”, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ partita una petizione per far chiudere i programma dursiani e il manager dei vip, Lucio Presta, ha messo nero su bianco il suo pensiero: “Orrore televisivo della suora laica in paillettes”.  Per approfondire leggi anche: D'Urso e Salvini, preghiera in diretta tv Una preghiera non ti salverà. L’“Eterno Riposo” non è piaciuto ai telespettatori di Barbara D’Urso e nemmeno ai critici che hanno parlato apertamente di “atto di sciacallaggio”. Il manager di molti personaggi famosi, Lucio Presta, ha espresso la sua opinione in un lungo post in cui non fa mai il nome e cognome della conduttrice napoletana, ma ci sono almeno tre indizi che portano a lei. Scrive su Facebook: “Pensierino del mattino in tempo di Corona Virus: posto che l’orrore televisivo che produce ogni giorno, ogni mese, ogni anno la suora Laica in paillettes (naturalmente nulla a che fare con le Suore Laiche vere che sono esempi da seguire ) è ormai da tempo sotto gli occhi di tutti e quindi vorrei non tornare sull’argomento quello che mi domando ogni giorno è: come mai una Testata giornalistica VIDEONEWS accetta di mettere la Firma su tanto poco e tanto orrore? Conosco da molti anni gli uomini che sono a capo di quella Testata giornalistica, anzi devono a chi scrive se hanno la gestione del pomeriggio di Canale 5, da anni ormai, essendo io quello che chiese ed ottenne da Mediaset il passaggio dalla gestione TG5 a quella di Videonews per sopraggiunte divergenze con CDR del Tg di allora durante la conduzione Perego, e posso dimostrare che ci sono delle persone capaci che sanno fare Tv e quindi è difficile da comprendere. Si potrebbe obiettare che forse è l’Editore in persona che desidera mettere in onda questo scempio mal digerito anche dagli altri Talents delle reti Mediaset, ma conoscendo da ormai almeno 15/20 anni l’attuale board e proprietà mi sento di dire che lo trovo impossibile da accettare e da crederlo anche perché lo stile di PierSilvio è davvero altra categoria. Il mistero allora si infittisce, perché la Testata, il cdr, l’ordine dei giornalisti etc permettono ciò? Io faccio da tempo la mia parte e nessuno dei miei assistiti va ospite dalla Signora delle paillettes e la mia parte credo di averla fatta, ora che la facciano gli altri. Oppure serve a qualcosa o qualcuno che ci sia in onda questo scempio? Tacere equivale ad essere complici di tale orrore e personalmente non amo esserlo. Ah saperlo”. Più che di fioretto, di sciabola. E’ il segreto di Pulcinella che a Mediaset ci siano più feudi e correnti che nel PD e che lo stile di Pier Silvio Berlusconi sia “di altra categoria” cioè venusto, raffinato e distinto. Ma pone la domanda delle domande: cui prodest mandare in onda “questo scempio”? Presta lo immagina, ma non lo dice. Però non vuole essere complice e quindi non alimenta quel caravanserraglio che vive un paradosso: scava nel lato oscuro, gratta il limaccioso desiderio di celebrità dei personaggi (o sedicenti tali) della compagnia di giro illuminandoli di una luce accecante, talmente sconfinata da sembrare divina. La moglie, Paola Perego, commenta che è d’accordo su tutto. E su Change.org, piattaforma online dedicata alle campagne sociali, è partita la petizione a Mediaset “Cancellare i programmi di Barbara D’Urso” che ha raggiunto le 400.000 firme. Fulvio Abbate e Vittorio Feltri difendono Barbara D’Urso ma non risparmiano stoccate e frecciatine al pubblico “semplice”, alle reti di Berlusconi viste come religione parallela, agli scherzi da prete non graditi, al libero arbitrio nell’uso del telecomando e agli ascolti da “gallina dalle uova d’oro” . Ecco uno stralcio di quanto scritto da Abbate sul quotidiano “Il Riformista”: “Giù le mani da Barbara d’Urso. Nessuna ironia, laicità pretende che possa recitare ogni genere di rosario. Alle grandi interpreti di se stesse va consentito questo e molto altro. (…) per quali proterve ragioni dovremmo trovare discutibile, disdicevole, oscena la preghiera di Barbara nostra, queste sue parole toccanti, sicuramente perfette agli occhi dei semplici, del pubblico di Canale 5? Eccole: "…dieci secondi per pensare ai diecimila italiani che sono morti senza neanche essere stati salutati dai figli, dalle figlie, dalle mogli e dai mariti. Mi taccio e dedico un "Eterno riposo" a questi italiani e italiane che ci danno una mano da lassù a uscire da questo incubo", le mani giunte in segno di preghiera. La verità, sia detto senza neanche bisogno di citare Albert Camus a proposito della peste, è che siamo assolutamente nudi, e quindi sia benvenuta la novena di Barbara d’Urso, perfino accompagnata dal sagrestano Salvini. Chi ha avuto modo di assistere all’arrivo dei torpedoni, come in un film apocalittico mai girato di Fellini, laggiù in fondo alla Tiburtina, dove si svolgono le registrazioni di “Uomini e donne” e di “Forum”, saprà bene che Berlusconi, attraverso le sue reti, rappresenta una religione parallela nel Paese, davvero apotropaica. (…). Sarà pure vero che in questo momento avremmo bisogno soprattutto di mascherine e di respiratori, ma anche in tempo di peste la letteratura, la poesia hanno la loro necessità, un po’ meno la retorica e luogo comune. Barbara nostra che sei…”. Non è da meno, il direttore Vittorio Feltri che per “Libero Quotidiano”, mette in evidenza gli ascolti: “Barbara d'Urso dopo avermi riservato un paio di scherzi da prete, anzi da suora, mi è diventata più antipatica di suo cugino, il Coronavirus. Tuttavia ciò non mi impedisce di darle ragione quando ce l'ha. (…) Intendiamoci, una trasmissione televisiva basata sul Requiem non è il massimo per tirare su di morale il pubblico, pertanto fosse dipeso da me avrei sconsigliato vivamente la messa in onda della macabra prece. (…). Oltre 300 mila persone hanno firmato una petizione allo scopo di chiudere il format o, almeno, promuovere l'allontanamento della star dagli studi Mediaset, manco ella si fosse macchiata di un delitto (…). A certi riti tipici dei cristiani dovremmo essere avvezzi e scandalizzarsi poiché vengono proposti in video costituisce una idiozia. Lo spettacolo mortuario può non piacere, però chi non lo gradisce dispone di un'arma difensiva efficacissima: azionare il telecomando e cambiare canale. Mettersi lì col coltello tra i denti e organizzare una sorta di referendum per scacciare la d'Urso in versione religiosa è una maialata indegna di gente civile. Barbara lavora in una antenna privata, di proprietà di Silvio Berlusconi, non in un ente pubblico, pertanto ha il diritto di agire come le garba, al massimo sarà l'editore, non una banda di scriteriati, a licenziarla. Cosa che non avverrà dato che la presentatrice, quantunque non mi vada a genio, è una gallina dalle uova d'oro per il Cavaliere (…). La strumentalizzazione della chiesa è un fenomeno storico che ora non può essere biasimato soltanto perché Barbara e Matteo lo hanno rispolverato”.