nove mesi dopo

Adrian ritorna e Celentano si sfoga col pubblico

Giada Oricchio

Adriano Celentano è di nuovo su Canale 5 e con lui c’è Adrian: questa volta più che l’imprevisto promosso a regola, poté l’accordo contrattuale con Mediaset. Celentano, suo malgrado, si piega alle esigenze della tv commerciale e fa spettacolo: lancia messaggi a favore dell’ambiente e contro la tv moderna, ma canta, parla e passeggia per il palco dal vivo e non da cartoon. E tira le orecchie ai telespettatori: “Farò peggio di prima”. L’anteprima è un fetta di prosciutto in un panino di pubblicità, segue l’avviso “questa è la storia di” e poi finalmente lui, no pardon loro: nell’ordine  Paolo Bonolis, Carlo Conti, Gerry Scotti, Massimo Giletti e Piero Chiambretti. Si siedono intorno a un tavolo ovale di fronte al “conduttore” Adriano Celentano. Temendo la superficialità e la scarsa comprensione del pubblico, l’artista lo imbocca con il cucchiaino: “Ragazzi non so se avete capito, ma a questo tavolo c’è la televisione, con questi quattro abbiamo l’intrattenimento, con Giletti abbiamo le guerre, la cronaca, la mafia, la corruzione. Più tardi l’angolo della pornografia (ce l’ha con Barbara d’Urso?), che potrebbe essere l’angolo dei guardoni o come io credo, il modo per capire quanto è grande l’ignoranza e l’arretratezza di noi uomini con le donne. Questi cinque rappresentano la nostra finestra sul mondo, ci bombardano con il bello e il brutto dell’umanità”. Conti e Scotti sostengono che la televisione di oggi non sia pessima, l’importante è farla con elementi di qualità. Chiambretti scherza ma non troppo: “Celentano è l’antenato di Greta Thunberg, merita il Nobel”, Giletti perora la sua causa: “Io sono un artigiano della tv, un vecchio sarto, ci sono tanti programmi ottimi, ma vedo che c’è una ricerca del peggio, il sistema dello spettacolo modella l’immaginario, la televisione ha responsabilità, in alcuni programmi c’è il peggio di noi, non si può far entrare qualsiasi cosa, la tv sembra una lavatrice, va di tutto in onda, dobbiamo riflettere”. Adriano Celentano invita tutti a essere più sinceri e ha una critica per ognuno dei suoi interlocutori: “Un difetto in Tale e Quale? La giuria, fanno uno sforzo enorme per non dire che uno non è stato bravo. Serve la giuria della giuria. Il programma di Bonolis? Spumeggiante, ma c’è un’esagerazione, Madre Natura che sale le scale con il tanga viene ripresa troppo da vicino, quando guardi non sai cosa fare. Dovresti mettere una ragazza a leggere il telegiornale, nella tua trasmissione non c’è il cambiamento”, “Ma come? Cambiamo il c**o ogni settimana! E non mi pare che Adrian sia un santo, piccantino” replica caustico Bonolis inconsapevole che il cartoon fu caricato sui siti porno. Celentano però risponde che tra Adrian e la sua bella c’è amore e bellezza e  punge Giletti e Scotti: “A volte non si capisce cosa dicono, gli ho mandato un paio di messaggi per dirglielo. Floris è bravissimo, ma anche lui interrompe i discorsi, non si capisce mai la fine e il pubblico applaude ogni tre minuti. Mi piaci Gerry, ma sono contrario a regalare i soldi ai giovani durante un quiz”, Scotti è lapidario: “Non regaliamo soldi, ma regaliamo la felicità”, ma Celentano puntualizza : “Dietro questa cosa però si accoda qualcosa di ben più grande, il gioco d’azzardo e lo Stato non dovrebbe sostenerlo”. Adrian ha insegnato ad Adriano che per ora il preferito resta Celentano e così l’artista si piega alle logiche televisive e dedica un brano (sbaglia a leggere il gobbo, nda) a Ilenia Pastrorelli, in microabito, seduta al bar e non al tavolo dei conduttori tv (l’attrice terrà un monologo sulle discriminazioni “Io non sono una donna, sono una persona, senza sesso e senza età, le persone non hanno un c**o sodo o un c**o moscio, la prima o la terza di seno, hanno idee e sogni e questo ci rende persone, ci rende una famiglia. Andrò al matrimonio del mio amico con il suo lui”). Adriano Celentano ha davvero scarsa fiducia nell’intelligenza dei telespettatori e specifica: “Non so dire perché ho scritto la storia di Adrian, forse per ricordarci che il tempo sta per scadere, tra 50 anni al massimo. Adrian si svolge tra 50 anni, nel 2068 le cose saranno peggiori. La situazione è a dir poco preoccupante, l’ho scritta dalla fifa. Si potrebbe dire che Adrian è un urlo, un grido d’amore, ma soprattutto d’aiuto. Le ferite della terra sono così profonde che non c’è tempo per cambiare prima che la Terra si vendichi definitivamente”, poi si leva un macigno dalla scarpa: “Voi a casa che mi guardate, mi avete condannato per non essere stato presente senza pensare ad Adrian e alle cose che succedono e succederanno, mi avete condannato perché quando ero in scena non parlavo e non cantavo, ora siete tornati sperando che mi comporti diversamente dalla volta scorsa. Eh no ragazzi, non avete capito niente, allora. Io non solo non farò come la volta scorsa, ma farò qualcosa in più, vi do io il motivo per cambiare canale, me ne vado. Spegnete tutto”. Adesso il rospo è andato giù: Celentano si infila nel backstage e sparisce. Voci perplesse sul futuro immediato, blackout simulato, orchestra stupita, telecamere in tilt per finta. Eh, ma Adriano questa volta non rischia, non tira la corda: le luci si riaccendono e lui è lì con il microfono in mano. Nel montaggio, il cantante-messia ha mischiato presente e passato perché gli argomenti di oggi sono quelli di ieri, gli allarmi di ieri sono rimasti inascoltati e sono gli stessi di oggi. Nell’immancabile clip di repertorio (da “Francamente me ne infischio”) c’è Ligabue e il tema era la scarsità delle risorse idriche. Dal 1998 al 2019 la situazione è peggiorata come ricorda Ligabue “teletrasportato” in teatro per intonare “Questo vecchio pazzo mondo”. E dunque viene il momento della graphic novel, ma a scanso di equivoci (ovvero il timore di un flop) Alessio Boni rispiega il significato del cartoon: “Questa è la storia di un orologiaio nato in una società in cui il potere si nasconde dietro una democrazia apparente e che lancia false notizie per creare consenso. Adrian dai passi armoniosi e dai calci letali pone una domanda semplice “I want you know”, vorrei sapere. Riuscirà Drangenstein il Dissanguatore a sconfiggere Darian la Befana? C’era una volta Adrian e c’è ancora”. Adrian riparte dalla quinta puntata con Gilda e il suo involontario carico di trash ("gli dovevo dare un bacio con la lingua?", "quel cornutone della volpe?", "canti sempre Orietta Berti quando fai il bagno", "dedica del ca**o a quello str**zo della volpe", "orologiaio di me**a", ecc.): il punto non è il legittimo desiderio di mandare messaggi positivi, ma il modo e la maniera in cui Celentano lo ha realizzato. E’ tornata la bibbia letteraria, quella di Adriano Celentano. Con le correzioni richieste dal pubblico. Basterà per gli ascolti?