duetto ambientalista

Basta cortei. Greta ora fa la rockstar

Carmen Guadalaxara

A sedici anni mobilita milioni di giovani, i potenti della terra, per convinzione o per opportunismo, la elogiano, la incontrano, la invitano a parlare perfino all'Onu. Così Greta, una ragazzina svedese che non andava a scuola per manifestare per l'ambiente è divenuta una icona. Un simbolo che subito ha fatto gola al mercato quello economico e quello della politica. A parole tutto è diventato “green”, messaggi commerciali, politiche economiche. Così la ragazzina può perfino fare una smorfia di disgusto incrociando con lo sguardo l'uomo più potente del mondo, il presidente Usa Trump. Insomma Greta vale bene per tutto: per governo e oppositori. Poco importa se dice cose sensate o suggerite chissà da chi. Può parlare come se fosse uno scienziato, lei che ancora dovrebbe andare a scuola. Ma i giovani scendono in piazza in suo nome e c'è un ministro che vuole giustificare le assenze dei ragazzi. Chi osa contestare la sacra immagine di Greta? E così ecco che adesso sbarca perfino nella musica. O meglio la fanno arrivare, con la speranza che possa essere una chiave di successo, in Italia e nel mondo. Ci prova Fatboy Slim, che durante un suo concerto a Gateshead, in Gran Bretagna, ha reso omaggio alla giovane Thunberg, simbolo del movimento Fridays For Future, mixando parti del discorso pronunciato dall’attivista al vertice delle Nazioni Unite in “Right Here, Right Now”, uno dei suoi più celebri pezzi, tra lo stupore del pubblico e centinaia di cellulari pronti a immortalare il tutto. In Italia, a dare spazio e soprattutto voce a Greta ci ha pensato Piero Pelù. Uscirà il 18 ottobre “Pic Nic all’Inferno”, prodotto dal cantante insieme a Luca Chiaravalli a tematiche ambientali in cui sono presenti estratti del discorso di Greta Thunberg alla Conferenza di Katowice sul clima. «Ho scelto quel discorso del 2018 e non quello più recente all’ONU- spiega Pelù – in quanto troppo politicizzato, e anche la sua cadenza non andava bene per questa canzone. Qui è quasi rap. Perfetta». Pelù elabora un brano in cui la sua eclettica voce si incontra e si alterna con quella della giovane in una sorta di «originalissimo duetto» e a chi lo accusa di cavalcare l’onda Thunberg precisa: «Il mio è un attivismo personale, non sono un talebano. Credo nell’impatto zero, mi piace lasciare i luoghi nelle condizioni migliori di quelle in cui li ho trovati. Mi piacerebbe lavorare affinché ci sia una vera coscienza del valore della natura». L’idea è stata partorita un anno e dopo aver preso contatti con la famiglia e i legali, hanno dato totale approvazione. Se i risultati delle vendite del singolo supereranno le aspettative una parte dei proventi verrà devoluta alla fondazione di Greta che ricordiamo soffre della sindrome di Asperger e che non ha mai avuto contatti diretti con l’artista. Gli stessi diritti d’immagine non sono stati autorizzati per essere inseriti nel video che verrà presentato venerdì a “Immagination” festival dei video-clip a Ravenna. Intanto in molti invocano a gran voce che il Nobel per la Pace dovrebbe essere conferito alla ragazzina svedese. «Nobel a Greta? Nobel, non lo so. Però se è stato dato a Bob Dylan come “poeta” e sappiamo che non è uno scienziato – conclude Pelù. Perché no».