la farsa dell'anno

"Ma quale incapace...". L'avvocato Taormina brutale su Pamela Prati

Giada Oricchio

L’avvocato Carlo Taormina torna  sul caso “Prati-Mark Caltagirone” e affonda il diabolico tridente: “Sarà difficile provare la circonvenzione di incapace per Pamela, sapeva esattamente cosa faceva. Voleva dettare la linea difensiva e voleva che andassi a Live Non è la d’Urso. Mi ha pregato di restare, ma ho lasciato”. Carlo Taormina, penalista di grido, ha rimesso il mandato a Pamela Prati appena ha sentito puzza di bruciato. Alla trasmissione “Iceberg Lombardia” in onda su  Telelombardia ha dichiarato in esclusiva di non essersi sentito preso in giro perché ha effettuato gli opportuni controlli prima di accettare l’incarico: “Quella della creazione di matrimoni finti, con vantaggio mediatico ed economico,è un’industria. Qui almeno la cosa è scoppiata e se c’è un esposto finalmente si potrà sventare una possibile truffa. Io non sono stato mai invitato al matrimonio della Prati. Avevo anche chiesto a Pamela Prati di farmi chiamare da Mark Caltagirone e a questa domanda non c'era stata risposta, nemmeno a mia precisa richiesta mi è stata mostrata alcuna fotografia. La Prati non poteva non essere a conoscenza che si trattava di una situazione uguale a tante altre, compresa la vicenda della Miconi (che la stessa showgirl sarda ha portato all’Aicos, nda)”. L’avvocato racconta un retroscena rimasto nell’ombra: “Loro volevano che io andassi da Barbara D'Urso a testimoniare che Mark Caltagirone esisteva. Fu Pamela Prati a chiedermi questa cosa. Io ho detto di no, non sono caduto nella loro trappola. Sarei risultato una pedina della truffa complessiva. È stata proprio Pamela Prati a chiedermi di andare ospite dalla D’Urso, avrebbe gradito che fossi andato con le due agenti, la Michelazzo e la Perricciolo. Ho tenuto il gioco fino a quando ho avuto la prova in mano che fosse una farsa. E cosi ho rimesso il mandato”. Taormina scende nei dettagli: “Due tre mesi fa sono venute nel mio studio. La Prati capì subito che non si poteva scherzare. È arrivata con la sua agente. La Prati voleva dettare la linea difensiva. Intendeva dirmi come mi sarei dovuto comportare. A me è sembrata sempre molto lucida e determinata, impossibile prefigurare la circonvenzione di incapace. Pamela Prati ha sempre capito le cose come stavano, inizialmente era convinta di quello che stava facendo con le agenti, ma successivamente non lo so. Mi stavano prendendo in giro”. Carlo Taormina spiega anche perché ha rimesso il mandato: “Quello che mi veniva riferito lo avevo ritenuto veritiero, poi ho riflettuto e ho detto a Pamela Prati che dietro poteva esserci una strumentalizzazione, le due agenti erano molto legate. Ho messo in guardia Pamela e le ho detto che se avesse avuto l’utilità dell’esclusiva del suo matrimonio, senza che il matrimonio esistesse realmente, sarebbe stata una truffa consumata. L’aggressione con l’acido? Pamela Perricciolo e Pamela Prati sono venute da me in studio, la Michelazzo non era voluta salire e quel giorno non l’ho vista. La Perricciolo mi si è presenta con un braccio fasciato, la Prati mi parlava di un candelotto davanti la porta di casa sua, sembrava spaventata e credere all’episodio successo alla Perricciolo. Ma io francamente tutto ho potuto pensare tranne che fosse stata aggredita con l’acido. La Perricciolo stava facendo un’azione non condivisibile. Pamela Prati mi ha pregato che non lasciassi il caso, ma l’ho fatto lo stesso” e sui presunti debiti della Prati: “Non ho parlato di soldi perché avevo capito che c’era un giro di denaro che non mi avrebbe fatto pentire”.