IL CONCERTO A PARIGI

La notte speciale di Francesco De Gregori al Bataclan

Davide Di Santo

Partito dal Vox Club di Nonantola - Modena - il tour nei club di Europa e Stati Uniti di Francesco De Gregori farà tappa domani al Bataclan di Parigi, luogo simbolo degli attentati del 13 novembre 2015 dove morirono 93 persone. L’artista proporrà live i suoi più grandi successi e alcuni tra i brani meno conosciuti del suo repertorio.  "Vedo un sacco di concerti trattati come eventi muscolari, spesso c'è di mezzo la parola 'mega' (grandi numeri, grandi palchi, grandi schermi etc..) – dichiara De Gregori – A me piacciono anche i posti piccoli, ho sempre amato i club, li ho già fatti e continuerò a farli. Quel suono un po' ferroso fatto solo per chi sta lì in carne e ossa, magari con una birra in mano e ogni tanto esce a fumarsi una sigaretta quando faccio un pezzo che non gli piace. E non si aspetta di rivedere tutto questo in televisione un anno o un giorno dopo". De Gregori in questo tour nei club è accompagnato da una formazione inedita: Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Carlo Gaudiello (piano e tastiere), Paolo Giovenchi (chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino).  "In questo giro di club che stiamo per fare non avremo un batterista, ci sarò io che batto il piede sul palco e basta. E poi ci saranno un paio di chitarre, un basso e una tastiera – afferma De Gregori – La maggior parte dei batteristi che conosco ormai cercano di somigliare a una batteria elettronica e questa cosa non mi piace. Non credo ai musicisti che dicono 'Sto cercando un nuovo suono'. È il suono che di solito viene a trovare te. E credo che con questa band succederà". All’estero il cantautore romano porta il suo tour nelle città di Monaco, Zurigo, Bruxelles, Parigi, Lussemburgo, Londra, Lugano, Boston e New York. "Mi incuriosisce la Ton Hall, il teatro dove andremo a New York a novembre. È un locale storico di Broadway, dove pare abbia suonato Dylan la prima volta che uscì dalla cerchia protetta dei piccoli club del Village – racconta De Gregori – Di Dylan metterò in scaletta anche un pezzo preso del mio ultimo disco di traduzioni. Può sembrare una stranezza andarlo a cantare in italiano davanti a un pubblico internazionale. Ma una sera a Parigi ho sentito Dylan cantare in inglese 'Les feuilles mortes' e da allora ho capito che si può fare tutto. Non credo che ci sia una gran differenza fra il nostro pubblico e quello che troverò a Monaco o a Londra o a Parigi. Anche lì è pieno di italiani, e poi il mondo si è rimpicciolito, i linguaggi si sono integrati".