DOPO L'ATTACCO DEL MOIGE

Mediaset in guerra contro la chiusura del Grande Fratello Vip

Antonio Angeli

E' guerra aperta, ormai, tra il Moige, il Movimento Italiano Genitori, che definisce il Grane Fratello Vip "programma inaccettabile" e Mediaset all'attacco per difendere il reality campione di ascolti. L’associazione parla di «esplosione di indecenza» e di «programma trash», e lancia una petizione online indirizzata a Pier Silvio Berlusconi perché la trasmissione sia fermata e intanto invita gli sponsor a ritirarsi. «Ad ogni puntata - tuona il Moige nel lanciare la petizione - assistiamo a un’esplosione di indecenza, volgarità e disprezzo: le telecamere spesso inquadrano scene da evitare in prima serata, lesive della privacy e irrispettose del minore, come nel caso dello scandaloso bidet della Rodriguez in diretta tv, a cui si aggiungono imprecazioni, come quella di Predolin; minacce gratuite, come quella di Rodriguez ai danni di Bossari e insulti, come le affermazioni pesanti contro Malgioglio. Non possiamo accettare programmi così scadenti, di tale squallore e bassezza culturale, offensivi per la dignità di tutti gli spettatori adulti e minori che siano». In definitiva, per il Moige il "GF Vip" è una trasmissione che «non merita di essere nel palinsesto di nessuna rete tv». Mediaset parte all'attacco definendo la richiesta «assurda» oltre che anacronistica, rimarcando che i propri programmi rispettano le norme e i principi che regolano il sistema radiotelevisivo, inoltre aggiunge che il vero tema riguarda l’accesso indiscriminato e fuori controllo del pubblico di ogni età al mondo del web.  La replica dell'azienda diretta da Pier Silvio Berlusconi al Moige (anche se non ne viene fatto il nome) è decisa: «Tutti i programmi Mediaset rispettano le norme e i principi che regolano il sistema radiotelevisivo. E non potrebbe essere altrimenti dal punto di vista legale. Ma oltre ai vincoli di legge, Mediaset esprime una propria responsabilità editoriale che caratterizza quotidianamente l’attività televisiva del Gruppo. Tanto è vero che Mediaset, per prima e di propria iniziativa, ha introdotto già nel 1994 la segnaletica semaforica (i cosiddetti "bollini" verdi, rossi e gialli) che aiuta le famiglie a orientarsi nella programmazione». L'azienda prosegue inoltre dichiarando che «è comprensibile che singole associazioni possano non apprezzare alcune trasmissioni e in questi casi esistono due diversi livelli di protezione: il telecomando e il sistema "parental control" che assicura a ogni famiglia la possibilità di regolare l’accesso televisivo ai minori». E a proposito di accessi o meno a trasmissioni o immagini, Mediaset rilancia sottolineando che «pretendere oggi di chiudere programmi televisivi suona assurdo e anacronistico, quando il vero tema riguarda l’accesso indiscriminato del pubblico di ogni età al mondo Internet su cui non è esercitato alcun controllo».