VERSO SANREMO

La carica di Ron: la mia canzone ha le carte per vincere

Carlo Antini

“La mia canzone può vincere”. Ron non ha dubbi e ritiene la sua “Ottava meraviglia” in grado di conquistare pubblico e critica al prossimo Festival di Sanremo. E' impegnato su più fronti e, dopo il Festival, suonerà live il 6 marzo al Teatro degli Arcimboldi di Milano in favore dell'Aisla, l'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. Senza contare la pubblicazione il 10 febbraio di un'edizione speciale de “La forza di dire sì”, doppio album con due brani inediti tra cui quello sanremese. Ron, come si sta preparando al Sanremo targato Conti? “Sono molto tranquillo. La canzone è semplice ma non banale e ha le carte in regola per vincere. Per arrivare fino in fondo. D'altronde, quando nel '96 ho vinto con Tosca non se l'aspettava nessuno”. Il brano che porterà all'Ariston si intitola “L'ottava meraviglia”. Di cosa parla? “Parla della nostra difficoltà ad andare avanti, dell'insoddisfazione e della paura. Una sera il protagonista torna a casa in ritardo e si rende conto che la cosa più importante di tutte ce l'ha davanti agli occhi ed è l'amore. Una persona che ti segue veramente. L'ottava meraviglia è l'amore”. Con che spirito si sta preparando al Festival? “Sarò a Sanremo per il piacere di esserci e perché ho un disco in uscita. Il mio desiderio più grande è quello di vendere dischi e Sanremo offre una grande opportunità di promozione e visibilità. Senza contare il mio impegno in favore dell'Aisla e per la ricerca sulla Sla”. Com'è andato l'incontro con Carlo Conti? “Ci conosciamo da anni. L'estate scorsa ci siamo incontrati all'Arena di Verona mentre ricevevo un premio per il mio disco. Carlo si è subito appassionato. Poi ho dovuto fare la solita trafila. Come tutti”. Cosa si aspetta da Sanremo 2017? “Conti ha in mano delle palline magiche e, quando sale sul palco, riesce a dare tranquillità agli artisti. Senza strafare. Sicuramente farà grandi ascolti. Mi aspetto soprattutto belle canzoni”. Qual è il segreto per scrivere una canzone che sia davvero sanremese? “Per funzionare all'Ariston una canzone deve poter essere cantata facilmente. Al terzo ascolto deve rimanere impressa con una strofa e un ritornello che faccia volare chi l'ascolta”. Cosa pensa degli altri colleghi che compongono il cast? “Mi sembra un buon cast. Non conoscevo tutti ma, quando vado a cercare informazioni su internet, mi rendo conto che hanno migliaia di follower e, se sono a Sanremo, un motivo ci sarà”. Sul palco ci sarà anche Maria De Filippi che condurrà il Festival insieme a Carlo Conti. Cosa pensa dell'ondata di talent show che ha conquistato la musica italiana? “Sono felice che all'Ariston ci sia anche Maria. I talent show sono importanti per la musica anche se, a volte, sento il bisogno di cercare autori nuovi. Forse si dovrebbe iniziare a pensare a talent show per autori”. Lei li guarda in tv programmi come “Amici”, “X Factor” o “The Voice of Italy”? “Certo. Sono un grande ammiratore di Marco Mengoni e Giusy Ferreri. Hanno grande personalità e forza. Poi ognuno deve avere la possibilità di crescere. Anch'io ho vissuto mille provini. Ma ci sono ancora tanti limiti da superare”. A quali limiti si riferisce? “Secondo me è sbagliato voler diventare famosi a tutti i costi. La tv ha un po' "televisionato" la musica. D'altronde anch'io ho una scuola di musica e spero che un giorno i miei allievi possano partecipare a un talent. Ma a loro cerco di far capire l'importanza di saper suonare uno strumento”. Lei ha anche un disco in uscita in favore dell'Aisla al quale partecipano ben 24 artisti diversi. Come ha scelto i suoi ospiti? “Ho contattato gli artisti che mi assomigliano di più e nei quali io possa riconoscermi. Penso a Lorenzo Fragola, Emma Marrone e Bianca Atzei. Le mie canzoni da reinterpretare le hanno scelte loro. A parte Jovanotti, al quale ho mandato la nuova versione de “Il gigante e la bambina” e mi ha risposto con un messaggio scrivendomi: “Fantastica”.