IL POEMA

Melissa e Alì trovano la fede sull’Arca di Simone

Grazia Maria Coletti

Due giovani viaggiatori musulmani, Melissa, bella e misteriosa, «col volto avvolto in giovanile velo» e Alì Mohamed «grave e distinto giovine viandante»: lei si dirige a Ovest, lui a Est. Attraversano il ’900 in un viaggio da single, e in opposte direzioni, alla scoperta di se stessi. Che alla fine porterà i giovani innamorati a ricongiungersi. Ma rinnovati nella fede. Sono i protagonisti de "L’Arca di Simone", poema in endecasillabi sciolti, racconto di una doppia conversione al Cristianesimo, ultima fatica poetica di più di venti opere tra prosa e poesia di Giovanni Verginelli, monsignore che è stato magistrato presso il tribunale della Rota Romana. «La storia, la vita, la religione, il bene e il male, l’amore sono i pilastri della complessa opera architettonica poetica del nostro autore» sintetizza nell’introduzione all’opera Lucia Antista. Ma è lui a spiegare l’uso degli endecasillabi, «metrica universale», per raccontare un viaggio verso la salvezza che guida il lettore, conclude Antista «in un’esperienza mistica alla ricerca del senso supremo dell’esistenza». Perché un poema in versi? «Il mio vescovo, vicino ad andare in Paradiso - racconta il monsignore - mi chiamò e mi disse: "Ma poi di quella cosa che ne hai fatto?". Io capii a cosa alludesse, e ricominciai a prendere in considerazione il poema sul Corpo mistico, con le buone azioni di ogni buon cristiano che attraggono i vicini e i lontani». La possibilità di tale incontro per Alì sarà la sua Melissa. Lei «che incontrerà, a sua volta, a Roma la fede cristiana durante un viaggio le cui tappe fondamentali vedranno contrapporre agli anticristici orrori del Novecento - scrive nella prefazione il professor Antonio Fiorito - l’avventura umana e cristiana di luminose figure-simbolo: il polacco Massimiliano Kolbe, l’ebrea Edith Stein, l’africana Giuseppina Bakhita». Melissa vola a Baghdad, passa in Egitto, va in Libia, fa un viaggio in autobus lungo le coste del Mediterraneo, fino a Orano, in Algeria, conosce tutta la vecchia civiltà cristiana, legge San Cipriano e Sant’Agostino. E vola a Roma. E da qui arriva a Gerusalemme. Dove ritrova e abbraccia Alì. Che nella nuova luce dei suoi occhi, nella Basilica del Santo Sepolcro, ha la visione finale della grande Arca carica di umanità redenta, guidata dal «veglio mitrato» che ormai avanza in acque calme.