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"La voce di Pasolini", tributo-collage a quarant'anni dalla scomparsa

Il documentario di Mario Sesti e Matteo Cerami con imagini dell'Istituto Luce, interviste e le parole dell'intellettuale lette da Servillo

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La Festa del Cinema dà il via al ricordo di Pier Paolo Pasolini a 40 anni dalla morte. Lo ha fatto riproponendo al Cinema Aquila, a ridosso di quella Casilina una volta piena borgata, un documentario di Mario Sesti e Matteo Cerami uscito nel 2005. "La voce di Pasolini" è un collage di immagini tratte dall'Istituto Luce, da interviste e brani dei film sulla colonna sonora delle sue parole: saggi, articoli, poesie, letti da Toni Servillo. Folgoranti notazioni che ricostruiscono la storia d'Italia dal dopoguerra ai '70. Ma c'è anche un assaggio del film che Pasolini preparava prima di morire: "Porno Theo Kolossal", protagonisti Eduardo e Ninetto Davoli. Nel docu l'incipit rivelato dallo scrittore: "Ci troviamo nella profondità del cosmo, poi a Napoli e una finestra si apre. Si affaccia De Filippo, il re magio Epifanio. Annuncia che il giorno dopo partirà col servitorello Nunzio". Seguiranno la Cometa in cerca della grotta del Messia. Dove arriveranno troppo tardi. Un apologo, che rimanda alla perdita dell'innocenza della società, tema sceverato da Pasolini fino al dolore esistenziale. "Che paese meraviglioso era l'Italia durante il periodo del fascismo e subito dopo. La vita non cambiò per trent'anni…" l'attacco del film su facce di ragazzini stretti nel cappotto logoro. Da qui si snoda l'antologia delle sue polemiche. Ecco i riti contadini d'Abruzzo e quel popolo "che vive in se stesso". La definizione del sottoproletariato, "il lavoro dove non ci sono aziende, in un contesto definito Terzo Mondo, perché preindustriale come l'Africa". E la profezia di una ribellione vitalistica, un giorno, che genererà conflitti, mentre immagini di un bombardamento del 1944 si dissolvono su quelle dell'Iraq bombardato nel 2004. La tv? "Nulla di più feroce", mostro omologatore. La contestazione giovanile? Insegue il mito piccolo-borghese dell'egualitarismo. "Ama i poveri, la loro diversità" scrive un Pasolini maturo in dialetto friulano, altra perdita causata dal consumismo. L'omaggio prosegue il 24 ottobre con l'anteprima di un documentario prodotto dalle Teche Rai.

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