Mai richesti gli arresti per Matteo De Laurentiis

In riferimento all’articolo intitolato «Il produttore e quella maz- zetta che disonora Gomorra» e pubblicato su Il Tempo a firma di Simone Di Meo, segnalo quanto segue: «Nella qualità di difensore di fiducia del Sig. Matteo De Laurentiis, preciso che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli non ha mai richiesto gli arresti del mio assistito bensì solo ed esclusivamente l’obbligo di presentazione alla P.G. nel luogo di residenza (Roma) e il contestuale divieto di dimora nei territori delle Regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Pertanto, allo stato, la Suprema Corte ha soltanto annullato l’ordinanza del Tribunale del riesame che aveva escluso sia le esigenze cautelari, sia i gravi indizi di colpevolezza, con rinvio per nuovo esame che giammai si potrà concludere con l’applicazione di una misura cautelare come gli arresti mai richiesta dalla stessa Procura. Quanto al merito, il denaro a cui si riferisce De Laurentiis nell’intercettazione telefonica non è quello che la Procura ritiene sia stato corrisposto in nero dai suoi predecessori (oggi coindagati) di cui il De Laurentiis non aveva alcuna conoscenza essendo subentrato nella produzione solo il 18 giugno 2013, bensì il denaro corrisposto secondo il regolare contratto di concessione in uso temporaneo dell’immobile».