È morto Arnoldo Foà
È scomparso a Roma il popolare attore, regista, scrittore e doppiatore Arnoldo Foà. Si è spento all'ospedale San Filippo Neri a causa di un'improvvisa crisi respiratoria. L'artista è stato uno dei grandi protagonisti della cultura del '900 in Italia. Nato a Ferrara il 24 gennaio 1916 da famiglia ebrea, all'eta di 3 anni Arnoldo Foà si trasferì a Firenze. Lì studiò alla scuola di recitazione del Rasi, sotto la guida di Raffaello Milani. Abbandonati gli studi di Economia e Commercio decise di trasferirsi a Roma per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia, da dove fu cacciato nel 1938 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. In quel periodo per guadagnare qualcosa sostituiva sotto falso nome gli attori malati nelle più famose compagnie dell'epoca. Fuggito da Roma raggiunse Napoli e diventò capo annunciatore e autore per la Radio alleata PWB, curando anche i notiziari. Alla fine della guerra ricominciò a lavorare in teatro con il vero nome e, dagli anni '50, diventò autore e regista teatrale. Contribuì allo sviluppo della Radio Rai (ex EIAR) partecipando a numerose trasmissioni con gli attori più importanti di quegli anni sia a Roma che a Firenze con il regista Umberto Benedetto, pietra miliare della radio fiorentina. La carriera cinematografica comprende più di 100 film, diretto da famosi registi come Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Giuliano Montaldo, Orson Welles, Joseph Losey, Edward Dmytryk, Nunnally Johnson, Tony Richardson, Christian Jacques. Tra i titoli più prestigiosi, «Altri tempi» di Blasetti, «Il processo» di O. Welles, «Il sorriso del grande tentatore», «I cento cavalieri» di Cottafavi, «Il giocattolo» di Montaldo, «Gente di Roma» di Ettore Scola, per il quale ha ottenuto il Nastro d'Argento 2004 come miglior interprete non protagonista. In televisione ha preso parte ad alcuni dei più famosi ed importanti sceneggiati («La freccia nera», «Il giornalino di Gianburrasca», «I racconti del maresciallo», «Nostromo»), diventando uno dei primi divi del piccolo schermo. Ha preso parte anche a trasmissioni culturali, di intrattenimento e a tanta prosa televisiva. Ha lavorato per molti anni anche come doppiatore e direttore di doppiaggio (sua la voce di Anthony Quinn in «La strada» di Fellini). Famose le registrazioni di dizioni poetiche su vinile e le letture pubbliche in recital molto apprezzati. È stato anche pittore, scultore, giornalista e scrittore e, per un breve periodo, si è occupato anche di politica, diventando consigliere comunale a Roma per il Partito Radicale. Ha pubblicato diversi romanzi.