Amicizia

Conuna decina scambiamo confidenze. Ma l'amico del cuore è sempre uno, al più due. Anche se il migliore somiglia più al fratello di sangue e, per quattro persone su dieci, coincide con il partner (dopo qualche anno di convivenza). Eppure qualche tempo fa una ricerca confermava che gli amici veri si contano sul palmo di una mano. E stando alla sociologa Jan Yager non tutti gli amici sono uguali. Tanto che li possiamo dividere in tre categorie: quelli intimi, i casuali e gli eccellenti. Intanto i giovani che usano i social network ne contano a centinaia sul loro profilo. Tutto normale per gli esperti che mettono in guardia dal non cadere nella dipendenza. Pare infatti che all'aumentare del numero di amici su Facebook e Twitter si riduca la propria autostima: perché? Giudichiamo il nostro successo in base al confronto con i nostri pari. L'importante è non superare 354 «amici» e non lasciarsi ingelosire da chi ha più contatti, che di solito viene percepito più carismatico. Fare amicizia è una capacità innata: quella tra donne ha permesso l'evoluzione dell'uomo. Da sempre, l'amico ci sostiene nei momenti difficili e ci affianca in quelli di svago. Lo confermano i rapporti tra gli ex commilitoni della guerra del Vietnam, durati oltre 20 anni. C'è un momento in cui comunque nasce l'amicizia: è intorno agli 11 anni, quando ci si pettina in modo simile, si ha lo stesso idolo musicale e si segue la medesima moda nell'abbigliamento. Con l'adolescenza le cose cambiano. Nell'età adulta c'è poi chi passa dall'amicizia intima alla coppia. Eppure in tempo di crisi, agli italiani potete chiedere tutto, tranne che rinunciare proprio all'amicizia. Soprattutto durante la Golden Hour, termine preso dalla fotografia, settore nel quale l'alba e il tramonto vengono così chiamati per via della luce migliore. Termine che comunque indica un momento di pacchia, quella porzione di tempo dove ciascuno di noi fa quello che vuole. Gratis. Da costruire secondo i propri desideri e ritmi. Ci piace. E molto anche. Alla gente del Belpaese piace trascorrere quei piccoli scorci di gioia dando spazio soprattutto agli amici, l'amore, la famiglia e il relax. Di sballo e di sesso non se ne parla neppure. Anzi. Si detesta sopra ogni altra cosa la menzogna e la noia, ritenendole addirittura peggiori di cattiveria e di solitudine. È forse l'unico pensiero su cui l'Italia è (davvero) unita da Nord a Sud, mostrando un Paese meno solo di quanto spesso si dica. L'indagine, promossa da Duepuntozero Doxa ad un anno dal lancio di Strongbow Gold (un sidro di mele) ha messo l'accento su cosa cercano gli italiani per rendere perfetti i loro momenti più belli. Da trascorrere più in compagnia che isolati, meglio in spiaggia che nei locali alla moda. Ora d'oro permettendo, l'affetto è comunque una questione di cervello. Lo ha dimostrato l'antropologo Robin Dunbar dell'Università di Oxford, da anni alle prese con mente e relazioni sociali: la conservazione di rapporti d'amicizia nel tempo è proporzionale alla capacità di esprimere empatia e alla dimensione della corteccia prefrontale. Anche se comunque è merito dei nostri genitori se abbiamo tanti o pochi amici. E che se siamo o non siamo desiderabili dipende dalla capacità di ascolto, dalla disponibilità e dalla indipendenza dagli altri e autonomia.