Resca attacca Monti e punta su rocche e castelli

IlMinistero dei Beni Culturali accende i riflettori su questi tre monumenti - capaci di affascinare l'immaginario ma poi non troppo visitati se li confrontiamo alle solite mete turistiche - in un modo più che originale. Vi espone dipinti provenienti dall'estero, opere di grandi maestri che illuminano ancora di più il contenitore. Si chiama «Viaggio in Italia» il tour che comincia domani. Davvero un giro come lo organizzerebbe un'accorta agenzia di viaggio: tre tappe lungo una stessa direttiva, l'Adriatico, e il comun denominatore di opere provenienti dalla Francia, per la precisione dalla Fondation Bemberg di Tolosa. Ci presta fino al 30 ottobre opere dei post-impressionisti Signac, Bonnard, Matisse, di Cranach il Vecchio e di fiamminghi come Brueghel il Giovane, tra gli altri. «Non sono mai stati esposti in Italia - anticipa Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del Ministero Beni Culturali che da tre anni attua una politica per movimentare i capolavori, attirare pubblico in ogni monumento, sfruttare al massimo la risorsa-Belpaese. «In Emilia i danni che non ha fatto il terremoto, li farà la burocrazia», attacca Resca che critica un sistema politico che non vuole riconoscere il ruolo centrale della cultura nell'economia del paese. Soprattutto in un momento di crisi, ha sottolineato, diventa cruciale incentivare con sgravi fiscali il mecenatismo che in Italia è ancora un oggetto sconosciuto, coinvolgere sempre di più i privati, «trovare norme che ci consentano di responsabilizzarli» per garantirsi un sostegno nella salvaguardia di un patrimonio che non ha pari al mondo. «Monti chiede soldi - ha detto - ma se intende andare avanti con questa macchina pubblica corrotta, antiquata, obsoleta, io mi rifiuto». Come i precedenti governi, «anche questo - ha aggiunto - non parla di cultura come fonte di reddito e creazione di posti di lavoro». Mentre i suoi tre anni al Collegio Romano dimostrano la potenzialità del settore. Gli dà ragione il Rapporto 2012 di Federculture presentato proprio ieri: da una parte, nonostante la crisi, aumentano visitatori di mostre (+14%) e di musei (+7,5); dall'altra in dieci anni il bilancio del Mibac è diminuito del 35%. Sottolinea Resca: «Il turismo culturale è in crescita e guarda a oriente, specie in Cina. Per questo, da luglio a Pechino. uno spazio permanente del Museo della Cina sarà riservato all'arte italiana».Lidia Lombardi