«Ma in giuria non è cambiato granché»

Larivoluzione non c'è stata». Simonetta Bartolini, italianista e dal 2011 nel Cda della Fondazione Bellonci, non usa le mezze parole. Già lo scorso anno strepitò contro un'anomalia capace di viziare il risultato: ovvero che scrittori in gara fossero contemporaneamente giudici, in quanto nell'elenco dei 400 Amici della Domenica. Obiezione accolta, anche perché nel 2009 Tiziano Scarpa sconfisse Antonio Scurati per una sola scheda. Novità il raddoppio (da 30 a 60) dei lettori forti selezionati da librerie indipendenti e con diritto di voto. Ma un altro cambiamento varato dalla Fondazione Bellonci presieduta da Tullio De Mauro, ovvero la revoca del voto vitalizio, è rimasto finora sulla carta. Sono entrati 9 nuovi Amici (Daria Bignardi, Giancarlo De Cataldo, Gianpiero Gamaleri, Giuliano Milani, Antonio Monda, Edoardo Nesi (ha vinto l'altr'anno), Francesca Pansa, Lorenzo Pavolini, Luca Ricci, Wilson Saba) ma gli usciti non lo sono per revisione mirata della lista, ma perché passati a miglior vita (Boris Biancheri, Vincenzo Consolo, Mario Guidotti, Andrea Zanzotto, Matilde Bigiaretti, Elio Pagliarani, Antonio Garzya, Fausto Gianfranceschi, Antonio Tabucchi, Mario Socrate). Le piacciono i nuovi entrati? chiediamo a Bartolini. «No comment, non voglio farmi altri nemici. Dico però che è assurdo che tra i 400 non ci sia Mirella Serri, straordinaria figura di critico letterario, di docente e di intellettuale». La vera rivoluzione quale sarebbe? «Il colpo di spugna delle logiche spartitorie. Via gli Amici che pubblicano con le case editrici in gara, i direttori editoriali. Oppure: alla finale dei 400 votano solo 200. Designati all'ultimo momento. Allora sì che potrebbe vincere un piccolo editore». Li. Lom.