Alemanno: nuovo ciclo nel segno della qualità

Haresistito finché la traiettoria l'hanno cambiata i cingolati. Lui è rimasto in piedi e alla fine ha vinto. Nella metafora di Pietro Valsecchi, il ragazzo di Tienanmen è Marco Müller, il nuovo direttore artistico del Festival del cinema di Roma. L'arrivo dell'uomo nuovo sulle sponde del Tevere è stato salutato con soddisfazione dal mondo del cinema e della politica. Primo tra tutti il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, primo sponsor di Müller. «I miei migliori auguri a Marco Müller - ha detto il sindaco - Sono convinto che questa nomina, raccogliendo l'eredità del buon lavoro fatto dal presidente Gianluigi Rondi e dalla direttrice Piera Detassis, aprirà un nuovo ciclo per il Festival e farà crescere ancora di più la sua credibilità a livello internazionale e il suo radicamento all'interno della capitale. Mi auguro che l'incarico affidato a Müller ponga fine alle polemiche e che si apra il tempo della collaborazione fattiva tra tutte le istituzioni, in modo da far crescere ulteriormente il rapporto, già radicato nella storia culturale della nostra città, tra Roma e il cinema». Nonostante le polemiche che hanno preceduto la sua nomina, il romano Müller mette d'accordo registi e produttori. «Ha resistito e ha vinto come l'omino di piazza Tienanmen contro i carri armati - ribadisce il produttore della Taodue Pietro Valsecchi - La sua nomina è il frutto di una lunga e difficile battaglia fatta da chi crede nel cambiamento. La festa del cinema di Roma nata da una brillante intuizione di Valter Veltroni e Goffredo Bettini, può finalmente diventare un Festival, un prestigioso polo di attrazione internazionale per i talenti italiani e internazionali e per gli investimenti di cui il cinema italiano ha un disperato bisogno in un momento di crisi profonda come quella attuale. E siamo convinti che Marco Müller, persona leale, corretta e competente, saprà dare una spinta propulsiva al Festival del Cinema, e potrà contare sull'aiuto di tutti coloro che ne hanno appoggiato generosamente la candidatura, da Riccardo Tozzi, presidente dell'Anica, a giovani produttori come Mario Gianani, fino al presidente della BNL Luigi Abete». Valsecchi sprona anche allo spirito d'unità che deve animare i protagonisti della nuova avventura cinematografica. «Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini - prosegue il produttore della Taodue - hanno dimostrato lungimiranza e vera attenzione al mondo del cinema e della cultura in generale. Ora sarebbe altrettanto straordinario che la politica facesse un passo indietro, per evitare in futuro sterili polemiche e inutili contrapposizioni. Ma ora guardiamo al futuro e lavoriamo tutti insieme al di là degli interessi politici e di bottega perché il Festival di Roma riporti il cinema italiano alla visibilità e alla forza che ha sempre avuto. È il momento dell'unità e non delle divisioni, perché le battaglie da combattere sono ancora tante e non possiamo permetterci di perderle». Qualche dubbio viene espresso dal regista Lucio Pellegrini, che teme le conseguenze del ventilato cambio di date. «È un ottimo direttore, che potrebbe cambiare il volto dell'estate romana e della programmazione culturale capitolina - commenta Pellegrini - E sarà importante anche per il mercato del festival, anche se rischia di schiacciare le sezioni più indipendenti e di trascurare film meno mainstream. Mi preoccupa il possibile spostamento a novembre della rassegna, che cannibalizzerebbe, di fatto, Torino. Comunque se avrà le risorse farà sicuramente un lavoro importante». Come sottolinea la Polverini: «Siamo convinti che il festival di Roma richiamerà un interesse internazionale».