Quel simbolo di libertà scelto da «Mixer»

Latrasmissione era «Mixer», di Aldo Bruno, Giovanni Minoli e Giorgio Montefoschi, il curioso omino a fumetti è invece Arzach, la creatura metafisica di Moebius, alias Jean Giraud. Arzach è il simbolo della libertà: il suo nome ha spesso grafie diverse: Arzak, Arzac, segno di una visione delle cose e della vita senza limiti. Nella sigla di «Mixer» il personaggio esce da una sorta di rampa di lancio e vola attorno alle foto dei personaggi dell'epoca: Bettino Craxi, Achille Occhetto, Gianni Agnelli. Nelle storie di Moebius, invece, Arzach non si sa bene cosa faccia: non parla mai, cavalca con sicurezza il suo pterodattilo, ma che assomiglia anche a un'anatra o a chissà cosa, e compie missioni dal significato oscuro in mondi indefiniti: ripara misteriosi macchinari, incontra personaggi spesso ostili ai quali sfugge avendone come danno, al massimo, un po' di perdita di sangue dal naso. Moebius ha anche incontrato il cinema: amatissimo da Fellini (che nel film «Casanova», del '76 chiama uno dei personaggi Möbius per «salutare» l'amico), vedrà nel 1981 la sua rivista Métal Hurlant diventare un kolossal a cartoni animati: «Heavy Metal», diretto da Gerald Potterton. Il film avrà un sequel nel 2000. Giraud ha influenzato fumetti, tv, cinema e oggi, con le sue illustrazioni, anche il web.