Il re Max von Sydow sfida l'11 settembre

Nonostante"Molto forte, incredibilmente vicino" (Extremely Loud and Incredibly Close) di Stephen Daldry, tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer, sia in corsa per gli Oscar come miglior film. La trama è tutta incentrata sull'11 settembre visto 11 anni dopo dagli occhi di uno straordinario ragazzino, Thomas Horn, al fianco di Tom Hanks, Sandra Bullock e Max von Sydow (anche lui in corsa agli Academy come miglior attore non protagonista). La pellicola, dal 13 aprile distribuita al cinema da Warner, rievoca quella tragedia nella vita di Oskar (Horn), adolescente fin troppo sveglio e determinato, che non riesce ad accettare la morte del padre (Hanks) durante gli attacchi dell'11 settembre e soffre della sindrome di Asperger, tanto da rifugiarsi nell'autolesionismo. Sarà lui ad intraprendere un viaggio lungo le strade di New York City, con in mano una chiave (lasciatagli dal padre) che misteriosamente potrebbe aprirgli un segreto e salvarlo dal dolore. Accanto al curioso undicenne gravitano una madre forte (Bullock), un nonno amorevole (del calibro di Max Von Sydow), che il dolore ha però reso muto e il ricordo paterno filtrato dalle parole del padre stesso su una segreteria telefonica con i suoi ultimi messaggi incisi poco prima di morire. Per Max Sydow, ieri sul red carpet, "è stato un ruolo molto coinvolgente, quello del vecchietto il cui silenzio si è trasformato in una sorta di punizione, un senso di colpa per non essere morto insieme alla sua famiglia durante la guerra. E poi arriva anche il disastro dell'11 settembre a colpirlo di nuovo, ma infine la salvezza arriva grazie al confronto con il nipotino. Quel maledetto giorno di 11 anni fa ero in Svezia, in auto con mia moglie. Nostro figlio ci ha telefonato e, da quello che ci raccontava, pensavamo di essere entrati in guerra. Dopo, rientrando a casa, davanti alla tv, abbiamo capito a mano a mano cosa stesse accadendo. Eravamo sotto choc". Din. Dis.