Crialese fuori dagli Oscar con il film «Terraferma»

Così,con ottimismo e senza drammi, Emanuele Crialese commenta l'esclusione del suo film, «Terraferma», dalla corsa degli Oscar per miglior film straniero. La notizia che il nostro regista fosse stato fatto fuori dalla corsa all'Oscar è arrivata ieri da un'indiscrezione di Awardsdaily.com, secondo cui il film non è inserito nella shortlist (categoria miglior film straniero) annunciata dall'Academy che comprende nove pellicole. È già la seconda volta che Crialese viene escluso agli Oscar: la prima fu nel 2006 con «Nuovomondo». I nove film stranieri selezionati nel 2012 sono «Bullhead» di Michael R. Roskam (Belgio), «Monsieur Lazhar» di Philippe Falardeau (Canada), «Superclasico» di Ole Christian Madsen (Danimarca), «Pina» di Wim Wenders (Germania), «Una separazione» di Asghar Farhadi (Iran), «Footnote» di Joseph Cedar (Israele), «Omar Killed Me» di Roschdy Zem (Marocco), «In Darkness» di Agnieszka Holland (Polonia), «Warriors of the Rainbow: Seediq Bale» di Wei Te-sheng (Taiwan). Il film di Crialese, interpretato da Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio e Beppe Fiorello, è un dramma poetico ambientato in un'isola del Mare Nostrum, dove un giovane è diviso tra la gestione di viziati vacanzieri e l'indigenza di una donna in fuga dalla guerra, a caccia del suo centro e di una terra finalmente ferma. Un pizzico di cuore italiano batterà a Los Angeles nel tedesco Wim Wenders, che ama il Bel Paese e soprattutto il nostro sud, tanto da aver ideato il primo cortometraggio italiano in 3D (Il volo) sulla Locride. Mentre in Sicilia ha diretto Giovanna Mezzogiorno in «Palermo Shooting» e ha realizzato a quattro mani con Michelangelo Antonioni «Al di là delle nuvole». È stato anche presidente della Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d'oro nel 1982 con «Lo stato delle cose». Stavolta, agli Oscar presenta il suo documentario in 3D «Pina». Lontano da ogni retorica legata alla persona, anche per via di un'assenza quasi totale di immagini di repertorio, «Pina» celebra la Bausch attraverso le sue opere, alternando riprese di nuove messe in scena di alcuni dei suoi lavori più celebri a brevi stralci d'intervista ai componenti della compagnia Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. E, con una scelta estetica e narrativa di grande impatto, portando alcuni passi delle coreografie al di fuori dei teatri, negli spazi urbani e naturali di Wuppertal, cuore dell'attività della coreografa e dei suoi ballerini. Altro film favorito a Los Angeles è «La separazione» dell'iraniano Asghar Farhadi, storia di una coppia in crisi nell'Iran contemporaneo con il peso di una condizione femminile in una società maschilista e teocratica. Ma anche con il continuo sguardo della coppia rivolto alla razionalità per far fronte alle difficoltà di ogni giorno.