Così il grande boom dell'oro nero

Nelcast de «Il principe e il deserto» (Black Gold) anche Tahar Rahim (attore rivelazione di «Un Prophète»), Antonio Banderas, Mark Strong, Freida Pinto e Liya Kebede. In Arabia, all'inizio del XX° secolo, due sultani si sono appena sfidati in battaglia, il vincitore, l'emiro Nesib (Antonio Banderas), detta le condizioni per una tregua al suo rivale Amar (Mark Strong). Nessuno dei due potrà mai più avanzare diritto sulla terra denominata «La Striscia Gialla», inoltre, secondo il costume, Nesib adotterà i due figli maschi di Amar, Saleeh (Akin Gazi) e Auda (Tahar Rahim), tenendoli con se come garanzia del loro accordo. Ormai cresciuti, Saleeh è diventato un guerriero desideroso di riunirsi al vero padre, mentre Auda è interessato solamente agli studi. Un giorno un petroliere texano (Corey Johnson) informa Nesib che il suo territorio è ricco di petrolio: ma i sogni dell'emiro, di un futuro radioso per il suo regno che potrebbe finalmente essere arricchito di strade, ospedali e scuole, si infrangono quando l'uomo si rende conto che il petrolio giace proprio sulla Striscia Gialla. Dopo che Saleeh viene ucciso nel tentativo di fuga per ricongiungersi al padre, Nesib organizza un matrimonio tra Auda e sua figlia, la principessa Leyla (Freida Pinto). Anche se il matrimonio ha connotazioni politiche, l'amore tra i due giovani è puro, nato sin dall'infanzia e ora i due vogliono cambiare il mondo: tutto è pronto per lo scontro epico che porterà al controllo della «Striscia Gialla», dei due regni e del futuro. Prodotto da Tarak Ben Ammar della Quinta Communications e co-prodotto dal Doha Film Institute del Qatar, il film è stato girato in Tunisia con un budget di 55 milioni di dollari e rievoca la scoperta in Medio Oriente, nel 1938, del petrolio in quantità tali da essere commercializzato. Burgan, situato in Kuwait, è il secondo giacimento di petrolio convenzionale mondiale per grandezza, dopo Ghawar in Arabia Saudita. Prima della scoperta e dello sfruttamento delle risorse petrolifere, l'economia del Kuwait si basava sulla pesca, il commercio e la raccolta delle perle, ma l'introduzione delle perle coltivate dal Giappone distrusse la locale industria perlifera alla fine degli anni '30. Fortunatamente questo evento coincise con la scoperta, nel 1938, del petrolio che ha trasformato economicamente e culturalmente i beduini e gli arabi di diverse etnie, moltiplicando il loro gigantesco finanziamento per l'edificazione, nel mondo islamico e non. Moschee, centri culturali di orientamento fondamentalista, strade, ville, ospedali e persino circuiti per gare di Formula 1 o piste indoor ricostruite nella neve, sono ora realtà.