di Lidia Lombardi Il Guercino lo ritrae con la tavolozza mentre - ispirato da un angelo - dà gli ultimi ritocchi a una Vergine col Bambino.

Perché?Perché il pittore è il Santo evangelista Luca, patrono degli artisti essedosi cimentato egli stesso - chissà? - nelle icone di Maria e di Cristo. dunque è intitolata a lui l'Accademia che dal Cinquecento riunisce gli artisti e ha sede a Palazzo Carpegna dagli anni Trenta del Novecento. Ma che prima di essere sfrattata dal Duce che stava sbancando i Fori per creare la magniloquente via dell'Impero, era appunto addossata alla chiesa dei Santi Luca e Martina, di fronte all'arco di Settimio Severo e al Carcere Mamertino. La chiesa è aperta soltanto il sabato. Dunque, nella passeggiata odierna sarebbe perfetto visitarla e poi imboccare piazza Venezia e il Corso fino a raggiungere Fontana di Trevi e via della Stamperia. Ecco una cancellata che divide il viavai dei turisti da un giardino di natura e architettura: fontana lobata, statue e cippi antichi, un nespolo, un limone, un arancio e oleandri rosa quand'è la bella stagione. E ancora, girato l'angolo, ecco la facciata di Palazzo Carpegna. L'ingresso ha per sfondo il più bel portale della Roma barocca: lo stucco è un merletto trapuntato di ghirlande, fiori, putti, un mascherone circondato di serpentelli. E immette in una rampa elicoidale che sale maestosa e lieve. Portale e rampa sono il regalo del massimo architetto barocco, il Borromini. L'unica cosa che rimane del suo estro a Palazzo Carpegna, più volte rimaneggiato per adattarlo ai sempre diversi inquilini. Nel '500 fu costruito come dimora nobiliare, poi divenne convento e ancora residenza blasonata, dai Carpegna appunto ai Patrizi Naro e alla famiglia di Luigi Pianciani, primo sindaco di Roma dopo l'Unità. Nel 1932 unisce la sua storia a quella dell'Accademia Nazionale di San Luca. Anch'essa nasce nel XVI secolo come Università delle Arti della Pittura di Roma recando appunto nel frontespizio miniato l'immagine dell'Evangelista. La prima sede era presso la chiesa di San Luca all'Esquilino, da dove proviene il dipinto attribuito a Raffaello. Nel 1593 la svolta: Federico Zuccari, magistrale pittore, fonda l'Accademia, ne diviene primo Principe, sposta la sede dalla demolita chiesa all'Esquilino al Foro di Cesare. Il suo successore, Pietro da Cortona, fa di più. Allarga l'Accademia agli scultori e agli architetti ed edifica la Chiesa barocca in mezzo ai ruderi. Un miracolo di architettura, con la pianta a croce greca. Alzi lo sguardo, ed ecco lassù la gloria della cupola, il gioco delle cappelle laterali. Ma c'è anche un altro miracolo. Vennero trovate qui le relique della martire Martina. Furono sistemate nella cripta. Strano ipogeo. Non c'è buio, dalle feritoie si vedono il cielo, i pini, scorci di marmi antichi. Una grata centrale è in perfetto asse col candido cupolino e i raggi del sole. Non a caso Pietro il Cortonese volle qui il suo monumento funebre.