Rem, finisce il sogno rock della band di Athens

I R.e.m. annunciano lo scioglimento. E lo fanno online, con un comunicato sul loro sito ufficiale. "Come R.e.m. e come amici e co-cospiratori, abbiamo deciso di chiudere la nostra storia come band - scrivono -. Abbandoniamo le scene con un grande senso di gratitudine, di realizzazione e di stupore per tutto quello che abbiamo realizzato. A tutti quelli che si sono emozionati con la nostra musica, i nostri più profondi ringraziamenti per averla ascoltata". ll frontman Michael Stipe sottolinea: "Abbiamo costruito qualcosa di straordinario, ma tutto ha una fine. E noi abbiamo deciso di chiudere a modo nostro". La band nasce nel 1980 ad Athens, in Georgia, terra impregnata della letteratura sudista di William Faulkner e di una ricca tradizione di fiabe noir. Sfonda con l'album "Out of time" (Warner), lanciato dalla hit "Losing my religion", che rimarrà forse il loro brano più famoso. Quello dei R.e.m, da "Rapid eye movement', (il movimento rapido che l'occhio compie nella fase del sonno in cui si formano i sogni) è un sound inconfondibile, frutto di un sapiente mix di tradizione americana, new wave e pop melodico. Agli inizi del loro percorso musicale, Michael Stipe, Peter Buck (chitarra), Bill Berry (batteria) e Mike Mills (basso) partoriscono 'Murmur', un album che la celebre rivista Rolling Stone consacra «disco dell'anno», davanti a campioni di vendite come Thriller di Michael Jackson e Synchronicity dei Police. La loro musa è Patti Smith. Non sanno che un giorno la grande sacerdotessa del rock canterà con Michael Stipe nella emozionante ballata 'E-Bow The Letter' ('96).   'Document' (1987) segna l'inizio della seconda grande stagione dei R.e.m.. Il primo album con la Warner è "Green" (1988), ovvero verde come "il colore degli ecologisti, ma anche dei dollari". Il messaggio è una sorta di riarmo morale di fronte al cinismo di quegli anni. Un lungo tour li consacra come uno dei gruppi di punta del momento. Intanto, dal sostegno al Tibet oppresso alla lotta contro l'Aids, dalle battaglie ecologiste alle campagne per i democratici, i R.e.m. non perdono occasione per fare politica. "Negli Usa siamo etichettati come un gruppo radicale - raccontano -. In realtà saremmo moderati, ma nell'era di Reagan e di Bush non restava che essere radicali". In piena guerra del Golfo esplode l'album del trionfo mondiale, "Out Of Tim" (1991), oltre 15 milioni di copie vendute, numero 1 nelle classifiche Usa e un'introduzione apocalittica: "Il mondo sta collassando intorno alle mie orecchie", un verso che sembra una condanna. "Centinaia di migliaia di americani hanno protestato contro quella guerra, ma nessuno ne parlo", ha ricordato Stipe. "Automatic For The People"(1992) sarà l'album più cupo e funereo della loro carriera, mentre "Reveal" (2001) è visionario e melodico, l'omaggio della band al sound dei Sixties, ma anche ai grandi spazi dell'America. Ma il gruppo ritrova solo a tratti il piglio fresco degli esordi. "Around The Sun" (2004) segna un'altra tappa nella discesa del gruppo. Mentre "Accelerate" (2008) è un ritorno a tutto gas (dura appena 35 minuti). L'ultimo lavoro, "Collapse Into Now", è infine una sorta di greatest hits delle atmosfere tipiche degli Rem, dagli esordi sino ad "Around The Sun", passando per "Out Of Time".