«Per le ferie godetevi l'Italia»

Doveandrete con le telecamere di Sereno variabile? «Nel trapanese: una di quelle province che offre di tutto, anche per chi volesse fare un week-end prolungato. C'è un litorale spettacolare: scogli o mare aperto». Il suo luogo preferito, in Sicilia? «Guardi, la Sicilia è tutta molto affascinante. Non c'è bisogno di andare ai Tropici o alle Maldive. Ci sono centri alla portata di tutti. E con una storia lunga, dai fenici ai greci: fino al Medioevo. Un posto a cui sono molto legato è l'isola di Mozia, ci facemmo una delle prime puntate di Sereno Variabile: si raggiungeva con i carretti trascinati dagli asini». Che succederà dopo il periodo estivo? «Ricominciamo il 10 settembre, riprendiamo alle 17. Ora proseguiremo fino al 27 con un'altra bella performance di Antoine, che ci regalerà gli ultimi scorci di un sole da sogno. E in anteprima». Il 27 agosto puntata sul Vietnam: consiglierebbe di passare lì le ferie? «A un viaggiatore sì, a un turista un po' meno. Ma grazie alle trasmissioni, ai quotidiani e alle riviste, da turisti di massa ci stiamo trasformando in "viaggiatori": un sogno che si realizza». E chi vuole passare un periodo di riposo? «Allora: un mio amico mi dice: "Sono depresso, mi consigli un'isola?". Gli rispondo di no. Un'isola no. E lo spedisco sulla riviera Romagnola, al "divertificio". O in posti come il Salento, dove sono molto ospitali. E poi se uno va in cerca di isole in Italia ne abbiamo di bellissime: ad esempio in Toscana o in Sicilia, o in Sardegna. E poi ci sono gli itinerari enogastronomici...». I suoi ascolti hanno una media del 13,70% di share, un commento? «Lusinghieri. Perché quando uno vede che alle 13.30 battiamo tutti i programmi di tutte le reti, come il motociclismo... E poi Top of the pops che fa meno della metà. La gente si vuole fare le foto con me, le famiglie mi dicono: "Lo vediamo tutti insieme!". Il nostro segreto è la semplicità». La puntata più divertente che ha condotto? «Domanda difficile. Ma il periodo delle sfide divertente lo fu davvero: un po' di sano campanilismo ci vuole».