Così il cameriere «Cicero» finto inglese con la parlantina fu beffato da von Ribbentrop

Untelegramma classificato segretissimo dell'ambasciata del terzo Reich alla Wilhelmstrasse, la sede del Ministero degli Esteri tedesco, dà l'avvio alla cosiddetta operazione Cicero, uno degli intrighi spionistici più singolari della seconda guerra mondiale, immortalato alla maniera hollywoodiana negli anni cinquanta dal celebre film di Mankiewicz ("Five Fingers"), con James Mason nel ruolo del protagonista e Danielle Darrieux nella parte di una contessa polacca uscita dalla fantasia degli sceneggiatori. Il telegramma riporta il seguente messaggio: "Al Ministro degli Affari Esteri del Reich, Joachim Von Ribbentrop. Segretissimo e personale. Abbiamo offerta di un impiegato dell'Ambasciata d'Inghilterra - che asserisce di essere il cameriere personale dell'Ambasciatore - di procurarci fotografie di documenti originali segretissimi. Per la prima consegna, il 30 ottobre p.v. sono richieste 20.000 sterline inglesi in biglietti di banca; 15.000 sterline per ciascun rullino aggiuntivo. Ci faccia sapere se l'offerta può essere accettata. Se sì, somma richiesta deve essere inviata con corriere speciale ed arrivare qui prima del 30 ottobre. Cameriere in questione è stato qualche anno fa al servizio del nostro Primo Segretario. Non disponiamo qui di nessun'altra informazione. F.to Von Papen". Tre giorni dopo arriva, sorprendentemente chiara e decisa, la risposta di Berlino: "All'Ambasciatore Von Papen. Segretissimo e personale. Accetti l'offerta del cameriere britannico con tutte le precauzioni del caso. Corriere speciale arriverà ad Ankara il 30 ottobre prima di mezzogiorno. Aspettiamo rapporto immediatamente dopo la consegna dei documenti. F.to Von Ribbentrop." Ma chi è il misterioso "cameriere britannico" oggetto di uno scambio di corrispondenza a così alto livello e per giunta segretissima? Chi si nasconde sotto le spoglie dello strano personaggio che lo stesso Franz Von Papen soprannominerà Cicero, tanto eloquenti risultavano i messaggi che consegnava ai tedeschi? Elyesa Bazna, questo il suo vero nome, è un turco di origine albanese e di religione musulmana nato nel 1904 a Pristina, allora città dell'impero ottomano. Si trasferisce presto con la famiglia a Salonicco e quindi a Istanbul, dove giovanissimo si imbarca sulle navi che solcano il Mediterraneo. Finita la prima Guerra Mondiale, entra a far parte della casta ancillare dei kawass, domestici tuttofare in servizio presso le Legazioni straniere in Turchia i quali, per una singolare tradizione, vengono reclutati esclusivamente tra persone di origine jugoslava, in particolare albanese, come appunto Elyesa. Provetto autista ed ottimo cameriere, il futuro Cicero presta servizio presso diversi diplomatici stranieri: inizia col ministro plenipotenziario jugoslavo, Miroslav Yancovic, passa poi all'addetto militare statunitense, Clas ed infine, nel 1942, viene assunto dal Primo Segretario dell'ambasciata tedesca, Jenke. Da quest'ultimo tuttavia le cose non andranno per il verso giusto e Elyesa, mostratosi un po' troppo curioso anche se nulla di preciso potrà essergli addebitato, sarà per prudenza licenziato. Ecco quindi Elyesa senza lavoro e con una moglie e quattro figli da mantenere! È disperato, tanto più che non cessa di coltivare il suo sogno di sempre, la sua sincera vocazione: diventare un uomo ricco, molto ricco... La soluzione ai suoi problemi sembra arrivare da tre righe di un annuncio economico pubblicato da un giornale di Ankara: il Primo Segretario dell'ambasciata britannica, Bunk, cerca urgentemente un autista-cameriere. È la sua grande occasione! Dal giovane diplomatico impara a conoscere il funzionamento dell'Ambasciata e capisce che i messaggi più importanti sono trattati direttamente dal Capo missione, sir Hughe Knatchbull-Hugessen, un diplomatico di vecchio stampo, con qualche velleità letteraria. È a lui quindi che deve arrivare se vuole diventare un uomo ricco, molto ricco... La fortuna a questo punto gli viene in aiuto. Sir Hughe cerca un cameriere personale. Il suo Primo Segretario allora si fa un piacere di cedergli Bazna, che sul piano professionale ha dato un'eccellente prova, mostrandosi elemento valido, volenteroso e puntuale. Tutte le mattine oramai Elyesa ha il compito di svegliare Sua Eccellenza alle sette e mezzo e di mettergli sul comodino una spremuta d'arancia. E ogni mattina il curioso kawass scopre sullo stesso comodino una sorta di cofanetto in cuoio nero di cui l'ambasciatore conserva gelosamente la chiave: è chiaro che lì dentro deve nascondersi qualcosa di molto interessante e...di grande valore! L'intrigante cameriere viene in effetti a sapere che le carte più importanti e riservate dell'Ambasciata vengono custodite in due cofanetti: uno rosso, l'altro nero. La sera, a chiusura della giornata lavorativa, il rosso viene risposto nella cassaforte blindata della cancelleria, il nero, invece, viene utilizzato dall'Ambasciatore nella sua residenza e spesso se lo porta anche in camera da letto (contravvenendo alle più elementari regole di sicurezza della documentazione classificata!). Soffrendo di una forte insonnia, Sir Hughe resta fino a notte tarda a lavorare consultando le preziose carte che tuttavia, prima di prendere sonno, non manca di rimettere diligentemente nel cofanetto nero della cui chiave, come abbiamo visto, non si separa mai. Con geniale furbizia Elyesa intuisce le possibilità che gli si schiudono immaginando, come in una successione cinematografica, tutte le sequenze che faranno di lui un uomo molto ricco. Prendere, cioè, con la cera le impronte della famosa chiave mentre l'Ambasciatore è nella vasca da bagno; la notte, quando finalmente l'insonne Knatchbull-Hugessen, dopo una lunga attesa e aiutato da potenti sonniferi, cade in un profondo torpore, entrare nella camera da letto e aprire con la copia della chiave il cofanetto; prendere i documenti e portarseli al piano terra nella sua cameretta di servizio dove, con gli strumenti di bordo (un cavalletto di fortuna, una lampada flood di 100 watts e una vecchia Leica da 35 mm), fotografare la documentazione classificata; rimettere poi tutto a posto nel cofanetto nero. Operazione apparentemente molto semplice, a condizione tuttavia di saper far prova di sangue freddo, rapidità e precisione. Qualità che Elyesa dimostrerà di possedere in grado eminente. Leggero come l'aria, rapido come il vento, dall'ottobre del 1943 all'aprile 1944 la spia turca ripeterà l'operazione ben 26 volte, fotografando un centinaio di documenti segreti! La sera del 26 ottobre 1943 si presenta col suo primo bottino dal suo ex datore di lavoro, il Primo Segretario Jenke, il quale peraltro, temendo di essere coinvolto in una poco chiara vicenda, lo mette immediatamente in contatto con il responsabile dei servizi di sicurezza dell'Ambasciata, Ludwig Moyzisch. Questi si rende subito conto dell'importanza delle informazioni offerte, che valgono certamente più delle 20.000 sterline richieste. La Turchia, paese ancora neutrale in quell'ottobre del 1943, è in effetti al centro delle brame dei due blocchi contendenti, che fanno a gara per averla dalla loro parte. È quindi naturale che l'Ambasciatore britannico sia tenuto al corrente delle decisioni più importanti prese dagli alleati, in particolare le conclusioni delle grandi conferenze internazionali dell'epoca. Cicero quindi è in grado, pur non essendone consapevole, di trasmettere materiale del valore inestimabile. Ma a Berlino prevarrà lo scetticismo. I servizi segreti sono convinti che si tratti di una manovra di disinformazione inglese! Decidono allora di compensare la spia a cui non credono con sterline false, perfettamente imitate dagli specialisti di Schellenberg e Kalterbrunner e prodotte su larga scala nel quadro di un vasto progetto di falsificazione destinato a destabilizzare l'economia britannica. Viene così ad istaurarsi tra Elyesa e i suoi "datori di lavoro" un rapporto paradossale e per certi aspetti divertente. Cicero trasmette notizie vere, che sono considerate inattendibili, mentre Berlino lo ricompensa con sterline false, ritenute dall'interessato autentiche! Nell'aprile del 1944 la segretaria di Moyzisch passa nel campo degli americani. Bazna capisce che la sua avventura è terminata. Fulmineamente fa perdere le sue tracce e scompare nel nulla. Riapparirà dopo la guerra completamente trasformato. È ora un uomo d'affari elegante, sicuro di sé e senza più alcuna traccia dell'atteggiamento servile dei kawass. Sembra finalmente che abbia realizzato il suo sogno di sempre: diventare molto ricco. Un sogno tuttavia che durerà poco. Se i fornitori di Bazna in un primo momento avevano in effetti preferito non cambiare le sterline che aumentavano costantemente di valore, nel momento in cui queste vengono finalmente presentate alle banche per il cambio, viene fuori il trucco. Sono sterline false! Cicero è rovinato e perde di colpo tutto. Per sopravvivere - e sfuggire ai suoi numerosi creditori turchi! - è costretto ad emigrare in Germania. Qui, disperato, pensa anche di scrivere al cancelliere Adenauer reclamando un indennizzo per "l'iniquo" trattamento ricevuto (..."Gli eminenti servizi che ho potuto rendere in favore della Germania, mi sono stati retribuiti con sterline false"..). E, cosa straordinaria, l'ex-spia riceve una burocratica dal Ministero degli Esteri in cui gli si precisa che la sua richiesta non può essere accolta " a causa della particolare normativa sul regime dei cambi"! Cerca allora di "monetizzare" la sua singolare esperienza scrivendo, con l'aiuto di un giornalista tedesco, le sue memorie («I was Cicero»). Il libro ha grande successo, ma la famiglia nel frattempo si è ingrandita e ora con due mogli e otto figli da mantenere i soldi non bastano mai...Elyesa Bazna non ha altre alternative se non iscriversi nelle liste di collocamento tedesche. Così, quando il 21 dicembre 1970 muore a Monaco di Baviera, il leggendario Cicero - per un beffardo destino che non gli ha risparmiato colpi a sorpresa - riveste la qualifica ufficiale di disoccupato della Repubblica Federale di Germania! Domani «La spia nazista che ingannò l'Fbi»