Il volo di Spider Man precipita a New York

Stavolta Spider Man deve volare in alto sul serio. Almeno se vuole «rientrare» dell'investimento iniziale che ammonta a 70 milioni di dollari. Mica bruscolini. D'altronde se si vuole far volare gli attori sulla testa del pubblico e si vogliono ascoltare le musiche originali scritte da Bono e The Edge qualcosa bisognerà pure pagare. Se poi ci si mette anche la sfortuna e l'ostilità dei critici che hanno visto la prima a Broadway, il gioco è fatto. Chi ha visto lo show ha parlato di un allestimento «arrogante» e lo ha bollato come «noioso». E c'è perfino chi si è spinto oltre, definendo le musiche di Bono e The Edge «una fiacca raccolta di brani per lo più da dimenticare, che suonano come B-sides». Senza contare che i costi di produzione sono lievitati a dismisura, tanto da mettere in discussione perfino la convenienza del progetto. Per questo il musical «Spider Man - Turn off the dark» è stato sull'orlo del fallimento. Doveva debuttare il 18 febbraio dell'anno scorso. Ma niente da fare. Durante le prove gli attori si sono fratturati otto gambe. Vista la pericolosità dello spettacolo, il comune di New York voleva ritirate l'autorizzazione ad andare in scena. Poi sono cominciate le peripezie artistiche con il «licenziamento» della regista Julie Taymor, poi rientrata a pieno titolo nello staff. Chi, in tutti questi mesi, non si è mai perso d'animo sono proprio gli autori delle musiche, Bono e The Edge. «Abbiamo dovuto salvare Spider Man, perché Spider Man deve salvare New York», ha detto scherzando il cantante degli U2. Che l'altra sera era presente con tutta la famiglia al debutto ufficiale della sua creatura. Tra un abbraccio e l'altro, Paul Hewson era circondato dalle sue girls: moglie Ali e figlie Memphis Eve e Jordan. Al Foxwoods Theatre di Broadway c'erano proprio tutti. Da Bill Clinton a Jay-Z, da John McEnroe a Spike Lee. E poi ancora Steve Martin, Matt Damon e Liam Neeson. Non mancavano le belle signore, vista la presenza in platea di Vanessa Redgrave, Gina Gershon e Helena Christensen. Dopo tanta fatica almeno il pubblico sembra aver gradito, con tanto di standing ovation finale. «La lezione più grande che ho imparato da questa vicenda - ha commentato Reeve Carney, nella parte di Peter Parker - è che non bisogna mollare mai. Per molti di noi attori, in tutto questo tempo, ci sono state molte opportunità di lavoro diverse. Ma nessuno di noi ha voluto abbandonare il progetto». E ora per il musical più costoso nella storia dello spettacolo parte l'avventura in salita nei teatri. Certo, per rifarsi dei settanta milioni di dollari spesi e sconfiggere la critica ci vorrà un miracolo. Ma si sa. I supereroi sono qui per questo.