Madri per forza

diANNA FIORINO C'è un abisso tra le storie che si raccontano e le storie come sono. E quando ne riferiamo una un po' particolare di solito esordiamo dicendo "tu non ci crederai". La realtà supera la fantasia. Accade. E accade ogni volta che da un'idea che abbiamo, passiamo nell'azione. Varcare il confine è già sapere che, dopo aver affrontato una questione per uscirne, la nostra vita non è e non potrà essere quella di prima. Le storie ci toccano quando ne sentiamo la vicinanza. Ma può succedere che, a furia di ascoltarne monocrome ci facciamo l'abitudine. Nulla ci stupisce più. Fino a quando... Fino a quando quella storia diventiamo noi. Ciò che avevamo immaginato svanisce. È un altro film. In «Perché io no?» di Nicoletta Sipos (da dopodomani in libreria, Sperling & Kupfer, 18 euro), la giornalista scrittrice de "Il buio oltre la porta" dà voce piena alla scrittura di cronaca e si invia fra le donne che desiderano avere un figlio, che credono di volerlo e che, nella maggior parte dei casi, altro oltre ciò non sanno. Le storie delle donne sono vere, nascono dalla frequentazione di un blog(cercounbimbo.net). Soltanto i nomi sono immaginari. Tutto il resto è crudo, a tratti pesante da digerire. Ma finalmente gli stereotipi della meravigliosa maternità lasciano il posto a una fotografia. Impietosa. Estenuanti dialoghi fra le protagoniste mostrano la via dannata delle coppie sterili. Mostrano la via spinosa di uomini e donne che, dopo aver fatto un po' di carriera, essersi divertiti in giro per il mondo, fatto cose, visto gente si ritrovano nudi davanti alla necessità di procreare. I bisogni di chi scopre la propria vita senza eredi mentre la coppia traballa, quando il lavoro non è il sole che sembrava o perché i soldi non fanno la felicità, diventano all'improvviso un muro. Ci sbattono contro maschi e femmine. E se quel figlio desiderato non viene, cominciano le notti insonni per agguantare la decisione, adottare, fare l'inseminazione artificiale. Sottoporsi ad analisi che non sanno finire. Affrontare, in alcuni casi per la prima volta, il proprio corpo. E scoprirlo ignorato, trascurato, violentato. In nome della linea o delle notti passate a bere. In nome di uno status nel quale il pancione non passa. Un libro che dovrebbero leggere tutte le coppie prima di sposarsi. Antologia di mamme in attesa. In attesa di aspettare e magari scoprire che la lunga serie degli accertamenti medici è talmente oppressiva e soffocante che forse non vale la pena di andare oltre la natura. Poche coppie che decidono di affrontare le tecniche di fecondazione artificiale sanno, prima, a che cosa vanno incontro. Sipos non lesina i dettagli. Oltre l'intreccio di storie e di finali diversi, il libro ha un valore documentario arricchito dalle interviste con le quali si conclude. Parlano Guido Ragni, Sthephan Szalay, Monica Padova, Raffaella Pomposelli, Filomena Gallo, Mario Palmaro e Federica Casadei. Esperti. Medici. Ginecologi. Filosofi. Inventori di blog. Omeopati. A confronto senza tralasciare le difficoltà e i vincoli della legislazione italiana sulla procreazione assistita. Ma soprattutto senza dimenticare che l'infertilità è in aumento e con essa le diagnosi contraddittorie e le spese esagerate che si devono affrontare senza ricevere in cambio la certezza del risultato. La macchina della riproduzione, il turismo procreativo. I buoni consigli di chi ha costruito la sua fortuna sul bisogno d'amore di coppie disorientate e spesso disperate. Tutto c'è. Le notizie che non si possono ignorare, i pareri che a cercarseli da soli servirebbe troppo tempo e non sarebbero così esaustivi. Il travaglio interiore e la forza che bisogna cercare prima di cominciare un viaggio verso la maternità e la paternità. Quando gli anni cominciano a essere troppi ma non abbastanza. Quando alla vita sembra mancare l'unica presenza che le darebbe un senso. Quando la ferocia della gioventù lascia il posto al bisogno di calore e di progetti. Da leggere. Meglio prima che dopo.