di ANTONIO ANGELI Il Poeta, quello con la «P» maiuscola scriveva: «O falce di luna calante / che brilli su l'acque deserte, / o falce d'argento, qual messe di sogni / ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!»...

LaLuna è fatta... d'argento. Una scoperta che ribalta tutte le ipotesi avanzate dagli astronomi sulla struttura geologica del satellite della Terra. La scoperta è stata effettuata dalla missione Nasa «Lunar Crater Remote Observation and Sensing Satellite», che ha centrato con un razzo il cratere Cabeo, al Polo Sud della Luna. L'obiettivo del programma Lcross, che ha «bombardato» la Luna nell'ottobre 2009, era accertare la presenza di acqua. Il satellite artificiale ha «sganciato» il motore dello stadio superiore «Centaur» del razzo Atlas nel cratere in questa regione, una delle più fredde del satellite terrestre, con temperature che scendono fino a -238 gradi. L'impatto è stato fortissimo e ha creato una mega-voragine di 30 metri di diametro, ma soprattutto ha fatto sollevare una colonna di 6 tonnellate di detriti alta, a causa della scarsa gravità della Luna, 800 metri. Le immagini dello spettacolare bombardamento sono state riprese dal satellite Lcross e dal mezzo di appoggio Lunar Reconnaissance Orbiter ed è stato possibile analizzare uno per uno tutti gli elementi che componevano la colonna. I dati inviati dalle due sonde hanno permesso di svelare che sì, sulla superficie lunare c'è acqua. Tanta acqua da poter anche rifornire dei possibili «lunauti», ma non solo. Le particelle sollevate hanno rivelato la presenza di mercurio, calcio, magnesio, ossido di carbonio e biossido di carbonio, ammoniaca, sodio e una gran quantità di argento che rappresenta ben il 6% dell'intera polvere lunare. Il minerale arriva dai residui di meteore abbattutesi sul suolo lunare. La famosa rivista Science ha dedicato la copertina e sei articoli ai risultati della ricerca che introduce molti elementi nuovi nelle nostre conoscenze sulla Luna. Le ricerche sono state condotte dai centri di ricerca della Nasa: «Ames», «Goddard» e «Jet Propulsion Laboratory» coadiuvati da numerose università americane. Secondo i responsabili della missione la scoperta di ghiaccio d'acqua e dei minerali potrà avere un impatto non trascurabile sulle future missioni di esplorazione lunare: «È un risultato molto interessante perché non ci si aspettava una quantità così abbondante di acqua sulla Luna», ha detto il coordinatore scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Flamini. «I dati che arrivano dalla missione Lcross - ha proseguito - sono consistenti e con altre scoperte pubblicate di recente dimostrano che il nostro satellite ha una geologia più complessa di quella che immaginavamo». Insomma la Luna non è un «sasso» arido, come era stato ipotizzato anni fa, anzi, è ricco di acqua, sotto forma di ghiaccio, e numerosi minerali. Ma sullo sfruttamento del nostro satellite gli scienziati frenano: di ricchezze ce ne sono tante, ma pensare di sfruttarle è tutta un'altra cosa.