Viaggio dell'anima nel Reatino

diANTONIO ANGELI Ma dove si può andare, non troppo lontano da Roma, in ottobre, per trascorrere un fine settimana speciale? Una risposta è: nel Reatino, zona antica, magica e nobile. E visto che tutti i salmi finiscono in gloria sarà utile aggiungere anche ricca di specialità culinarie e buon vino. Tra le molte località è un'ottima scelta la visita al Santuario di Greccio, una delle mete del turismo internazionale che, qualche volta, chi parte da Roma erroneamente trascura. Greccio è un paese antichissimo e a un paio di chilometri dal centro abitato, aggrappato alla roccia e immerso in una natura esuberante, sorge il meraviglioso Santuario di san Francesco. Qui per celebrare la notte di Natale del 1223 il poverello di Assisi ebbe l'idea di organizzare una rappresentazione. Un signore barbuto per interpretare san Giuseppe, una bella mamma con bambino sono la Madonnina con Gesù, buoi e asini non mancano e ancor di più ci sono pecore e pastori. Nacque così la tradizione del presepio. Nel luogo di questo primo presepe vivente c'è oggi un altare e un bellissimo affresco della scuola di Giotto. Il monastero è tutto da scoprire, si può anche toccare con mano la cella dove il poverello di Assisi (che dista un centinaio di chilometri) si coricava la sera. Poi c'è da visitare tutto il Reatino: una settantina di comuni con 160 mila abitanti, un universo. Su questi territori montuosi uomini fieri vivono da tremila anni. Insomma qui ci sono città (e tradizioni) più antiche di Roma. E capita a fagiolo ricordare che, proprio domani, a Colle di Tora, che si affaccia sul lago del Turano, a un'oretta di macchina da Greccio, c'è la «Sagra del fagiolo a pisello». Il principe dei legumi, una vera specialità della zona, il fagiolo a pisello è particolarmente gustoso perché privo buccia. Eccezionale per la pasta e fagioli viene cucinato con diversi formati. Utile per accompagnarlo un bel vino rosso dei Colli Sabini. Ma la vera specialità del Reatino è una pasta: le cosiddette «fregnacce». A vederle così le scambieresti per fettuccine. Niente di più sbagliato: la vera fregnaccia reatina doc è fatta con acqua e farina. Stop. Niente uovo, ingrediente essenziale per le ricche (e un po' pesanti) fettuccine. La fregnaccia invece è una pasta povera, ma degna della tavola di un re! Una specialità che si gusta con un delizioso sughetto rosso pomodoro-olive-prezzemolo. Ma le varianti sono parecchie. E tutte da scoprire. La sagra delle fregnacce si fa (verso maggio) a Montasola, che si propone come patria di questi particolari maltagliati. Con una bellissima porta medievale Montasola è il più alto dei comuni della Sabina ma, occhio, l'aria fina aumenta l'appetito e la linea va a farsi benedire. Gli contende lo scettro di paese delle fregnacce Poggio Moiano, dove però la pasta viene condita con sughetti un po' più «corposi», cioè con il castrato o, più comunemente, con le rigaglie di pollo. Poggio Moiano è una bellissima cittadina arroccata su un'altura, famosa per la splendida infiorata. Un viaggio appassionante al termine del quale sarà sazio non solo il corpo.