Divoratori di libri

Qual è il segreto di una nazione come la Gran Bretagna che oltre a vantare biblioteche efficienti, musei, scuole e università d'eccellenza è, dai tempi di Gutenberg, terra di lettori forti (cioè quelli che leggono da un libro in su al mese)? Se lo dovrebbero chiedere, preoccupati, gli abitanti del Belpaese dove, invece, l’allergia alla carta stampata dilaga: infatti il 50% dei connazionali (secondo l’Istat) dai sei anni confessano di riuscire a leggere al massimo un libro all’anno. C'è poco da stare allegri, l'unica consolazione è che da noi la quota più alta di lettori forti si risconta tra la popolazione di 11-17 anni (oltre il 58%), con un picco tra gli 11 e i 14 anni (64,7%) che comunque, inesorabilmente, decresce con l'aumentare dell'età. Gli esperti del settore concordano sul fatto che lettori non si nasce ma si diventa. Nel senso che è necessario abituare i bambini fin da piccolissimi a maneggiare, sfogliare, annusare i libri. Ancora prima di imparare a leggere e scrivere. Nelle librerie ben fornite il reparto dell'infanzia sta lì anche per questo. Tra gli scaffali un'orgia di libri colorati, sonori, morbidi perfino profumati che sembrano solo dirti: prendimi, aprimi e perché no, comprami. L'imprinting è importantissimo. Il discorso poi cambia in età scolare. Perché è vero che i ragazzi sono sollecitati dagli insegnanti alla lettura di questo o quel libro ma non si può delegare totalmente alla scuola, l'educazione e l'amore per la lettura. Il problema semmai è: che cosa far leggere a nostro figlio/a? Come orientarsi nell'immensità di un'offerta editoriale che spazia dai classici ai classici rivisitati, ai moderni e ai best-sellers da cui si si traggono film di successo planetario con merchandising e paccottiglie annesse? Restano sempre validi i consigli di Daniel Pennac che nel suo «Come un romanzo» invita a leggere «solo ciò che piace» ricordando che esiste anche un diritto (del lettore) alla «non lettura». E dunque, sempre secondo il professore francese, l'abitudine alla lettura è direttamente proporzionale all'interesse che il libro scatena nel lettore. Ben vengano, allora, le saghe di maghetti e di languidi vampiri, di elfi e draghetti e perfino di topi-giornalisti se possono far da volano per altre e altre ancora, più nobili letture. Ma come orientarsi, quando sono gli stessi ragazzi a chiedere di leggere? Una cosa è certa, il genere classico non tramonta mai. Ecco perché tanti genitori rispolverano le vecchie edizioni che hanno allietato la loro infanzia. Ma attenzione a cosa viene riproposto. Perché il libro «Cuore» ad esempio, un must per tante generazioni, non va più di moda. I ragazzi non lo digeriscono proprio. E viene praticamente ignorato anche dai docenti. E invece c'è un capolavoro della letteratura italiana di tutti i tempi che dovrebbe essere testo obbligatorio già in terza elementare, il «Pinocchio» di Collodi. Non è un caso che sia il secondo libro più tradotto e letto al mondo dopo la Bibbia. Ma dovrebbe essere una lettura corale, commentata e spiegata perché «Pinocchio» è filosofia pura, mica una favola per bimbetti. Come non lo è un altro testo irrinunciabile «Il piccolo Principe» di Saint-Eupéry. Difficilissimo, anche quello. Ma incantevole, commovente e profondo. Quanto possono capire i piccoli lettori sulla dipendenza degli affetti e sui legami elettivi dalla volpe incontrata, per caso, dal protagonista che dice: «Se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo»? In poche frasi, il senso della vita. Gli amanti delle avventure non possono che godere delle vicende di Sandokan, l'eroe sempiterno di Emilio Salgari ma anche dell'impresa del coraggioso Capitano Achab del «Moby Dick» di Melville alle meravigliose sorelle March di «Piccole Donne» della Alcott. Ingiustamente messo da parte, «I Viaggi di Gulliver» di Jonathan Swift andrebbe invece riproposto. Un viaggio allucinatorio, molto descrittivo e ben raccontato che stimola la fantasia e la creatività. Come «Alice nel paese delle meraviglie» di Lewis Carroll (quello vero, non le versioni rivisitate alla Disney). Alice è un must, invece, delle generazioni di oggi. Una sua versione gothic è diventata un classico dei videogiochi e ora sta per uscire in versione film. Insomma la rilettura della rilettura. E poi? Un elenco sterminato di autori. Da Philip Pullman (quello della Bussola d'Oro) al Lewis delle «Cronache di Narnia» a Roald Dahl (La fabbrica del cioccolato, l'ascensore di cristallo, GGG e le streghe). A sorpresa ai ragazzi d'oggi piace anche Italo Calvino, il Marcovaldo, ad esempio. Ma soprattutto il Barone rampante. Insomma come le ciliege, un libro tira l'altro. E si può anche leggerne due (e più) contemporaneamente.