Addio Sandra: la moglie perfetta torna dal suo Raimondo

«Raimondo, guarda che stavolta è toccato a te!». Sandra sapeva a memoria la parte, la lezione di ironia. Se ne uscì così la Mondaini, sghignazzando e passando la cornetta al marito, quella sera del 2008 quando un giornalista del Biscione, con tatto, per carità, chiamò per sapere se, per caso, Vianello...beh insomma, Vianello...fosse morto. Ma la leggerezza non fu più per lei da allora. Il musetto furbo di Sbirulino, la faccia da tipica signora bene milanese era diventata la maschera di dolore, fisico e morale, vista per l'ultima volta da tutta Italia ai funerali di Vianello. Era solo cinque mesi fa. Sandra non ha retto oltre l'assenza di Raimondo. Un appuntamento lassù che la sofferenza del suo volto già annunciava. La benda bianca su un occhio, i piedi scalzi, la ragnatela di rughe sul viso, sulle braccia. E quella carrozzella che la imprigionava da mesi. Perché Sandra la clown, la ballerina, la trasformista del varietà anni Sessanta non poteva più camminare. Costretta all'immobilità da una strana malattia, la vasculite, un'infiammazione che causa insopportabili dolori. Non è durata molto dopo l'addio al suo complice di vita e di gags. Se n'è andata perché senza Raimondo non aveva più niente da fare, da dire. Invece, chissà, lassù. A prendersi in giro, a sbuffare per finta «che barba, che noia». Come quand'erano sepolti sotto le coperte di Casa Vianello. La Mondaini possedeva l'ironia nel Dna. Milanese, nata nel 1931, l'aveva assorbita dal padre, pittore e umorista del giornale satirico «Il Bertoldo». La ribalta fu il suo approdo naturale. Comincia nel 1955 con Macario, fa la soubrette all'italiana, senza prendersi sul serio. Perfetta per la televisione ai primi passi. Fa coppia con Delia Scala, Renato Rascel, Bice Valori, Ernesto Calindri, Walter Chiari, Ave Ninchi. Sono musical senza una sbavatura per il tubo catodico, per il teatro, per il cinema. Titoli cult come «Attanasio cavallo vanesio» o «Un mandarino per Teo» di Garinei e Giovannini. Vianello - elegante e dinoccolato - lo conosce nel 1958. Le è speculare, per l'uso dell'humour. Ma complementare. Lei petulante, dispettosa, la voce acuta. Lui distaccato, flemmatico, abilissimo a tirare stoccate senza alzare i toni. Ecco l'intrattenimento tivvù del sabato sera. Le «Canzonissima», gli «Studio Uno», i «Tappabuchi», quelli con la candid camera inventata da Nanni Loy. Ecco le liaison professionali con Corrado, con la Volonghi in radio («Batto quattro»), con Dorelli, con Bramieri e la Carrà. Ecco gli sketch di Carosello: la crema Venus, lo Stock 84, i materassi Permaflex. Sbirulino, il clown per bambini di un'attrice che non aveva bambini, nasce in casa Rai nel 1981. È l'epilogo della premiata ditta Vianello-Mondaini per Viale Mazzini. L'anno dopo il via all'avventura nel network del tycoon milanese, quel cavalier Berlusconi che frastornava con le barzellette. Il Biscione diventa la casa di Sandra e Raimondo, così come di Bongiorno e di Corrado. La tv commerciale è una sfida vincente. E loro due, la coppia che non scoppia, fanno un altro salto nel buio. Si chiama sit-com, stile televisioni stelle e strisce. Va bene, benissimo. «Casa Vianello» dura 19 anni, 16 serie per un totale di 343 episodi, poi nelle varianti di «Cascina Vianello» e «I misteri di Cascina Vianello». Loro due sempre uguali e sempre diversi. Nel lettone a sbadigliare e a ragionare su come va il mondo. E combattendo entrambi, nella vita vera, contro un tumore. Oppure regalando un futuro alla famiglia di filippini - padre, madre e due bambini - che adottano in blocco. Ma su questo è giallo e c'è anche il solito scenario avvilente che segue le morti di personaggi famosi e ricchi. I nipoti di Sandra e Raimondo precisano che che non c'è alcuna adozione formale. E Virginia Vianello, nipote di Raimondo, lamenta che i parenti, in quest'ultimo periodo, non riuscivano più a mettersi in contatto con Sandra, come se ci fosse una volontà di non farla parlare con altri. Nel 2008, prima di Natale, Sandra dà addio allo spettacolo. «È la mia ultima conferenza stampa, sono stanca e malata», dice accanto a Fedele Confalonieri. Il presidente di Mediaset rilancia: «Lei e Raimondo, insieme a Mike Bongiorno, hanno assicurato il successo della tv commerciale». La ricetta di Sandra? «Siamo di quella generazione di attori che sapevano di entrare nelle case senza suonare il campanello. E quindi ci entravano, e hanno continuato a entrarci, con la cravatta. E con garbo».