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Lorenzo Tozzi Torna a Roma un gigante delle bacchette, quel Georges Prêtre che domani, lunedì, e martedì dirigerà la Terza e Quarta Sinfonia di Brahms al Parco della musica per la stagione ceciliana.

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Cosapensa dell'attuale riforma della lirica in Italia? «È da tempo che ho scelto di non dirigere la lirica. Amo le voci. Ma ho un contratto per la vita con mia moglie. Per cui non posso assentarmi ogni volta per due mesi per una nuova produzione. Continuo però ad amare l'opera lirica, ma ho già dato. Sento parlare dai professori dell'orchestra della situazione della musica in Italia. Dobbiamo difendere la musica perché è la cosa più completa. C'è tutto: il suono, il silenzio, la poesia, il testo, la pittura, l'architettura, la filosofia. Bisogna dire che la musica è necessaria per tutti, per vivere. Ognuno può scegliere la sua arte, ma l'arte è necessaria per la vita. Il problema è che gli odierni uomini politici non posseggono la cultura dell'arte per colpa della scuola. Troppa specializzazione ha portato a una scarsa cultura generale». Dirigerà ancora il Concerto di Capodanno a Vienna? «L'ho fatto già due volte. Se i Wiener vorranno sono disponibile, ma non posso aspettare ancora cinque anni. È un evento unico il capodanno a Vienna. C'è tanta musica leggera che non è leggera. Puoi far dimenticare al mondo i problemi della vita».

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