Se sei squattrinato niente amante Il tradimento non è da proletari

{{IMG_SX}}Diremo il peccato ma non il peccatore. Tanto tempo fa, in un qualunque giornale italiano, un redattore fece taroccare l’oroscopo di un determinato segno. Ordinò al proto, che batteva a macchina le previsioni del mago, di cambiare il vaticinio del giorno dopo, in modo tale che la donna che accendeva il suo desiderio potesse leggere la frase: "è l'ora delle grandi decisioni. Dite sì a chi vi ama con coraggio e trasporto". Il tapino non ne poteva infatti più: si era svenato con ogni mezzo, in un profluvio di omaggi floreali, gioiellini che ti sbriciolano la busta paga, proposte di romantici weekend adulterini, con biglietti prepagati. Perché il Nostro era sposato, ovviamente, e doveva muoversi con la massima cautela. Alla fine si ritrovò con le tasche che risuonavano di echi più delle grotte di Postumia, ed esasperato si decise per la trovata dell'oroscopo. Ma il destino ci mise sopra la sua zampa perfida e pelosa: quel giorno, per un contrattempo, la signorina non comprò il quotidiano e non lesse quella previsione "personalizzata". Adieu amour fou. Forse fu meglio così: la passione quasi sempre acceca, e troppo spesso conduce alla bancarotta. Il saggista Henry Mencken sosteneva che "l'adulterio è la democrazia applicata all'amore". Mica vero: certi lussi puoi concederteli solo se hai risorse (economiche, non ormonali) da sprecare. Ce lo ricorda il nuovo film di Silvio Soldini, "Cosa voglio di più": ti ritrovi in una vita che ti sta stretta, sogni altro, avverti un brivido, e ti presentano un conto - umano e finanziario - impossibile da onorare. Eppure, anche in tempi di crisi globale, la nostra società resta basata sul sotterfugio sentimentale. Il tradimento sembra esserne un pilastro. Già duemila anni fa Giovenale notava che "in molti casi un amante ha salvato un matrimonio che stava naufragando", e allora chi può si industria per mettere le corna al legittimo consorte, sperando di non finire travolto da un crack personale come a Wall Street nel '29. Bisogna avere talento, però: chi sospetta ti smaschera con un niente. Hai voglia a mettere camicie di ricambio nel bagagliaio, a coprire i profumi femminili con una spruzzata del tuo aftershave giusto prima di rientrare ("Perché ti sei fatto la barba alle nove di sera, maritino?", "Per non graffiarti quando poggio la guancia sulla tua, tesoro"); ad evitare rossori ed ecchimosi che quella panterona dell'amante clandestina vuole lasciarti addosso, a mò di timbro, peggio di una campionessa di sumo. Occorre fare attenzione a mille particolari. I grafologi, che non si fanno mai gli affari propri, sottolineano che chi è abituato a mentire scrive utilizzando i "gesti fuggitivi": il puntino sulla i, il taglio della t, la "gambina" della a, e via indagando. Non serve più il detective privato per ridurre sul lastrico il fedifrago scoperto. Le statistiche confermano che tre quarti delle donne italiane controllano il telefonino del partner. E - sarà una coincidenza - tre quarti dei maschi italiani ammettono almeno una scappatella. Se poi hai finito i soldi, non restano che due strade. L'insospettabile Giovanni Verga suggeriva che "amare la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio". Anche se, aggiungiamo noi, si rischia la schioppettata nel caso che la consorte suoni per chiedere una tazza di zucchero. L'alternativa è arrendersi alla formula di Etienne Duclos, secondo cui "per essere veramente felice una signora ha bisogno di tre amanti: uno più anziano per lo cheque, uno di mezza età per lo chic e uno più giovane per lo choc". Se non rientri in una di queste tre categorie, consulta l'oroscopo. Senza sperare granché.