De Filippo torna a Eduardo «Fu il mio debutto a 12 anni»

Aquasi settant'anni di distanza dal debutto nazionale torna, proprio nel medesimo teatro romano, da stasera al 25 aprile, la commedia di Eduardo «La fortuna con l'effe maiuscola», scritta insieme ad Armando Curcio, e ora riproposta dal nipote Luigi De Filippo, che la incarna con altri undici attori e ne firma anche la regia. «Questa commedia io l'ho vista nascere. Mio padre Peppino e mio zio Eduardo la recitarono per la prima volta al Teatro Quirino di Roma nel 1942 e fu un autentico trionfo», racconta l'attuale interprete. «Avevo dodici anni ed ero piuttosto chiuso di carattere e timido. Mio padre quindi, per aiutarmi a guarire e a superare questa mia fragilità, mi disse: ‘Se questa sera entri in scena con gli altri attori, ti regalo cinque lire!'. Io ci pensai su e poi decisi di accettare. E così, quella sera, fu il mio debutto in teatro. Mio padre, soddisfatto, mantenne la promessa e mi pagò le cinque lire! Oggi, dopo tanti anni, sono felice e orgoglioso della mia carriera e di poter tornare al Quirino da protagonista di quella stessa commedia. E inoltre, oggi, mi pagano molto più di cinque lire!». L'artista sottolinea l'amarezza di un Paese che ha rinunciato alla sua matrice ironica e solare per naufragare nel deserto della leggerezza, e si abbandona al ricordo: «Un giorno, mentre mio padre recitava "La fortuna con l'effe maiuscola", gli domandai cosa fosse il teatro e lui rispose: "‘Il teatro è il racconto della lotta quotidiana che fa l'uomo per dare un senso alla propria esistenza". Tutti i sentimenti che sono nel cuore umano noi De Filippo li abbiamo portati sulla scena con ironia e riflessione. E ne abbiamo fatto teatro. Il nostro teatro».