Parola di Ward

Delusoper non aver potuto continuare il reality show di Simona Ventura, a causa di varie fratture riportate in seguito alla brutta caduta dall'elicottero su un tratto d'acqua troppo basso, è ora pronto ad tornare nello studio dell'Isola e, magari, a fare il prossimo inviato speciale per SuperSimo. Ma intanto si prepara anche all'uscita del film «Piazza dei giochi» diretto da Marco Costa e dal 9 aprile al cinema. La pellicola racconta la vita dei ragazzini romani che, dopo aver messo i lucchetti a Ponte Milvio, amano ora riunirsi nei dintorni di piazza dei Giochi Delfici, in zona Cassia. Ward, come è stato il ritorno a casa? «Mi è dispiaciuto moltissimo lasciare l'Isola, anche perché ero tra i favoriti e Simona Ventura credeva molto in me. Ma dopo quella brutta caduta, un vero e proprio incidente, di cui nessuno ha colpa, mi sono rotto le vertebre, comprese quelle del coccige e porto un busto regolabile. A Managua mi hanno dato tutte le cure possibili. Ma i dolori si facevano sempre più forti, la vita sull'Isola è dura, si mangia poco e questo impedisce di prendere le medicine. Così sono tornato. Ma sarò presto in studio da Simona e, perché no? spero di diventare l'inviato speciale dei naufraghi, magari nella prossima edizione». Qualcuno ha detto che c'è stata poca accortezza da parte della produzione nel farvi atterrare malamente. «No, la Magnolia di Gori è molto attenta e ha fatto un lavoro strepitoso in ogni edizione. Ma gli incidenti capitano, io faccio il sub e quando si va in crociera, pur seguendo tutte le regole del caso, capita sempre qualche maldestro incidente dettato solo dal caso che rovina tutto. L'importante è essere sani salvi, la prima cosa che ho fatto è stata quella di ringraziare Dio». Ora sbarcherà sul grande schermo in un film ambientato a piazza dei Giochi Delfici, una zona che frequenta? «È un quartiere che conosco per motivi di lavoro, è pieno di studi di doppiaggio, ma certo non faccio la vita dei ragazzini di oggi. Ed è stata una sorpresa rivisitare quella zona in quest'ottica. Io interpreto un uomo sposato e con figlia che si ritrova a convivere con un'altra figlia naturale avuta da una precedente relazione. L'impatto nella sua famiglia almeno all'inizio è devastante. Poi, le due ragazzine fanno amicizia e, tra contrasti e rivalità, si ritrovano con gli amici in questa piazza della zona Cassia». Chi sono i ragazzi dei Giochi Delfici? «Una generazione di giovani abbandonati a se stessi in una Capitale bellissima che però è soggetta all'immobilismo e non aiuta il cittadino. A Roma si vive bene solo in vacanza ma ai giovani consiglio spesso di lavorare all'estero». Come migliorerebbe la città? «Partirei da una grossa riforma scolastica. Basta con i centri sociali, è roba da Medioevo: servono laboratori di musica e di studi per ragazzi, migliori strutture scolastiche, ora spesso vecchie e decadenti, più asili e un insegnamento più moderno, meno noioso con insegnanti pagati meglio. Il ministro Gelmini sta migliorando le cose ma ancora siamo lontano dalle altre città europee».