Dopo la stagione dei grandi pianisti (da Zimerman a Pollini, dalla Argerich in salsa sudamericana all'ormai prossimo Sokolov) l'incipiente primavera concertistica dell'Accademia Nazionale di S.

Dueconcerti straordinari in cui i due grandi direttori si esibiranno sul podio delle rispettive orchestre, dimostrando quanto conti il feeling tra la bacchetta e l'orchestra in un rapporto non occasionale, ma solidamente duraturo. Tocca dapprima al russo Yuri Temirkanov a salire sul podio della Sala S. Cecilia (venerdi prossimo ore 21) alla guida della leggendaria Filarmonica di San Pietroburgo (una volta Filarmonica di Leningrado), guidata in passato da concertatori eccellenti come Mravinsky e illustrata dal fior fiore del concertismo internazionale, da Oistrakh a Rostropovich. E con la «sua» orchestra Temirkanov, ormai beniamino del pubblico capitolino, racconterà le magie coloristiche della Passione russa (così il titolo del ciclo sinfonico varato dall'Accademia) attraverso due partiture estremamente popolari come il celeberrimo Secondo Concerto per pianoforte di Rachmaninov (solista il tartaro Roustem Saitkoulov) sfruttato in molti spot televisivi e in colonne sonore e l'accorata Sinfonia n.6 «Patetica» di Ciaikovsky, che l'autore riteneva una sorta di autobiografico Requiem senza parole (fu infatti diretto dal musicista un paio di settimane prima della sua enigmatica morte). Ma l'appuntamento clou del mese è atteso venerdi 26 marzo (repliche il 28 e 29, ma prova generale aperta per Amnesty International il 25 con ingresso gratuito per gli under 30) con Claudio Abbado alla guida della «sua» Orchestra Mozart. In programma la estrosa Sinfonia «Italiana» di Mendelssohn, omaggio sinfonico al nostro Paese dopo un viaggio in Italia, la conclusiva Sinfonia in do maggiore «Jupiter» e il Concerto per violino K216 di Wolfgang Amadeus Mozart (solista il valente Giuliano Carmignola). Il concerto viene a consolidare lo stretto rapporto tra Abbado e la secolare Accademia romana (dopo le epifanie con i Berliner per le Sinfonie di Beethoven e con la prediletta Orchestra del Festival di Lucerna, ma l'ultima volta il maestro aveva ceduto il podio al suo «pupillo» venezuelano Dudamel) e segna la prima volta dell'Orchestra Mozart, di stanza al Manzoni di Bologna, al Parco della Musica. Quasi una consacrazione per un'orchestra giovane, che sotto la direzione artistica e musicale di Abbado si è internazionalmente imposta in pochi anni. Un'orchestra senza frontiere che mira a lanciare gli strumentisti in un panorama internazionale. Lor. Toz.