Scamarcio: «Io ambasciatore dei gay? Mai»

Perme sono persone normali. Non mi sono preparato a recitare un gay ma un personaggio che torna nella sua terra, la Puglia". Così Riccardo Scamarcio racconta il suo primo ruolo da gay nel film "Mine vaganti" di Ferzan Ozpetek, accolto ieri alla Berlinale tra applausi e risate e dal 12 marzo al cinema distribuito da 01. Stavolta, il regista racconta le famiglie allargate. Il ruolo del padre (Fantastichini) è quello di un pugliese all'antica, che d'improvviso scopre di avere entrambi i figli gay, Tommaso (Scamarcio) e Antonio (Alessandro Preziosi), con una mamma (Lunetta Savino) che si cura solo di ciò che gli altri pensano. Mentre zia Luciana (Elena Sofia Ricci) è una donna che ama bere e ricevere segretamente il suo amante in casa e la nonna (Ilaria Occhini) sacrificherà se stessa per restituire alla famiglia la perduta unità. "Dopo la boa dei 50 anni si ripensa al passato, al padre e alla famiglia tradizionale - ha spiegato Ozpetek - I rapporti con i genitori si rivalutano con l'età e, quando ho ricevuto la laurea honoris causa alla Sapienza di Roma, ho pensato subito a mio padre che ho perso tre anni fa. Con lui non ho mai parlato della mia sessualità e forse è meglio così, ci sono delle cose che si percepiscono e di cui non si deve parlare". La scelta della Puglia come location non e stata casuale, è una regione all'avanguardia, molto avanti rispetto ai rapporti sociali e la gente non vede il prossimo come une nemico. Dal regista anche una riflessione sul cibo: "È un momento importante che unisce le persone". Un pensiero in sintonia con quello di Leonardo DiCaprio (ieri a Berlino per "Shutter Island") che si sente legato al suo regista, Martin Scorsese, soprattutto perché "amiamo gli stessi dolci italiani".