Pfm, dal passato all'oggi

Premiata Forneria Marconi in concerto domani sera alle 21 al Gran Teatro. Un live da tutto esaurito. Franz Di Cioccio, quale sono le novità della data romana? «Porteremo qualcosa di nuovo. Faremo "La buona novella" per festeggiare i 40 anni di questo lavoro: daremo la nostra interpretazione. "La buona novella" durerà 50 minuti, a differenza del disco (di De André, ndr), che ne dura 30». La Pfm, dagli esordi a oggi. Avete percorso decenni di storia musicale italiana. Cosa è cambiato? «Beh, è cambiato tanto ma noi siamo sempre gli stessi, con lo stesso impegno e la stessa carica emotiva. Abbiamo affrontato una generazione, forse due. Ci sono genitori che dicono ai figli: "Andate a vedere la Pfm, dove la musica si suona davvero"». Quale sensazione le dà sentire «Impressioni di settembre» interpretata da altri gruppi? «Una bella sensazione. La canzone l'ha scritta Franco: uno dei nostri sogni è rappresentato da questo brano. È la voglia di andare da qualche parte, di andare via. Il tutto condito da un suono ancestrale. Usammo il primo sintetizzatore in Italia: credo sia la canzone che ricorda di più gli anni Settanta, un evergreen». Una canzone del passato che ascolta spesso? «Ce ne sono parecchie, ho molte anime. Comunque "Image" di John Lennon credo sia un inno alla pace». Sanremo. È ancora un trampolino per giovani artisti? «I trampolini ci sono sempre. Bisogna vedere se i giovani riescono a interpretare l'oggi. Noi abbiamo sempre rifiutato di partecipare a Sanremo ma ci siamo andati come ospiti. Il pubblico si è alzato e si è messo a ballare. Succede sempre nei nostri concerti». Un ricordo di De André. Quale brano interpreta con più soddisfazione? «Uno che, a suo tempo, mi ha dato parecchio filo da torcere e che è "Amico fragile". Il testo è fantastico». Cosa direbbe a un giovane esordiente? «Direi: suona o canta quello che sei e non quello che vuoi sembrare».