La fontana che fece dimettere Potenziani

Anchese la motivazione ufficiale era la necessità di un avvicendamento, i contrasti erano evidenti da qualche tempo. Oltre l'abbattimento ingiustificato dei 58 maestosi platani in Via Veneto, c'erano anche le spese ritenute eccessive per la costruzione della nuova e (allora) imponente Via del Mare, oltre alla lentezza con cui procedevano i lavori. Il vero motivo, secondo lo storico reatino Andrea di Nicola autore del libro «Ludovico Spada Potenziani, biografia di un realizzatore» (Edizioni Fondazione Marchese Rodolfo Cappelletti di Rieti), era costituito dalla freddezza dei suoi rapporti con la Santa Sede proprio mentre il Duce del Fascismo stava compiendo una lunga e tenace manovra di avvicinamento, in vista dei Patti Lateranensi. Gli ambienti religiosi non vedevano, infatti, di buon occhio la richiesta di annullamento del matrimonio avanzata dal Principe e la sua separazione certamente non consensuale da Maria Magdalena Papadopoli Aldobrandini che si era unita con il principe Giuseppe Lanza di Trabia. Il vero motivo del contrasto, secondo l'autore dell'interessante e aggiornatissimo volume, era costituito dalla sistemazione della romana piazza dei Quiriti avvenuta nell'estate del 1928 con l'inaugurazione di una fontana definita “oscena” collocata proprio di fronte alla chiesa di san Gioacchino ai Prati. Nella fontana, infatti, facevano addirittura mostra quattro statue di donne seminude un vero scandalo per la mentalità dell'epoca. Secondo il Times del 7 settembre del 1928 alcuni alti prelati avevano manifestato vivaci rimostranze chiedendo al Principe, con un articolo dell'Osservatore Romano, di rimuovere la fontana. In seguito il principe Potenziani, ovviamente, si lamentò con Mussolini per il trattamento subito, ma ne ebbe in cambio cordiali parole di stima, tanto che lo nominò nel 1933 presidente dell'Istituto internazionale di Agricoltura (l'odierna FAO) e senatore del Regno. Il principe Spada Potenziani è passato, poi, a miglior vita il 1971.