Lincei, l'epurazione antifascista

372,euro 35). Il volume scritto da Paolo Simoncelli, ordinario di Storia Moderna a «La Sapienza», affronta il conto da saldare all'alta cultura italiana espressasi durante il fascismo nelle due Accademie, d'Italia e dei Lincei. Nelle vesti dei “contabili”, Benedetto Croce ed altri esponenti del liberalismo e dell'azionismo italiano, gestiscono un'epurazione tutt'altro che imparziale. Il Comitato di epurazione-ricostituzione dell'Accademia dei Lincei viene infatti scomposto e ricomposto in base alla necessità politica di allontanarne chi, come Gaetano De Sanctis, avendo ripetutamente rifiutato di giurare fedeltà al regime fascista, aveva maggior titolo morale di farne parte: sarebbe stato un inaccettabile garante di onestà intellettuale e correttezza procedurale che si volevano bandite per dar corso a rappresaglie politiche e a rancori personali. Tra incongruenze e ipocrisie, vengono così condannati alla “radiazione” (senza neanche il diritto di potersi difendersi) i maggiori esponenti della cultura italiana in ogni campo del sapere. Il metro di giudizio per continuare a far parte dei Lincei diventa politico.