La carica del cigni

LorenzoTozzi Dalla prossima settimana assisteremo ad una vera e propria festosa invasione del Teatro dell'Opera. Non da parte di alieni venuti da mondi extragalattici, ma di eleganti cigni in tutù di tulle bianco, cigni di tutte le dimensioni e nazionalità pronti a riunirsi ordinatamente in frotte per raccontare la vicenda dell'amore sfortunato tra il principe Sigfrido e la bella ma infelice Odette, irretita dal malvagio mago Rothbart nelle fattezze appunto di un cigno. Insomma un vero e proprio Lago dei cigni-Festival in cui si avvicenderanno alla ribalta insigni ballerini italiani e stranieri. Si parte con l'ucraina Oksana Kucheruk e lo spagnolo Igor Yebra rilevati dalla russa Ekaterina Borchenko e Mauro Murri, ma l'attesa più grande è per il ritorno della strepitosa Svetlana Zakharova (dal 27) in coppia con Andrei Uvarov, mentre curiosità destano il debutto nel ruolo della giovane Alessandra Amato e la presenza delle gemelle cubane Feijoo. Una vera e propria carrellata di Odette ed Odile da fare invidia a qualsiasi palcoscenico del mondo. Con le musiche di Ciaikovski, dirette prima da Andrey Anikhanov e poi da Fabrizio Maria Carminati, da martedì 17 sino al 2 dicembre assisteremo a ben undici repliche del Lago dei Cigni, capolavoro della ditta Petipa - Ivanov, ridisegnato coreograficamente con mano lieve da Galina Samsova. Una edizione fortunata che dalla sua apparizione a Roma nel 2003 raggiunge ora la considerevole cifra di ben 74 repliche. Particolarmente soddisfatta del primato appare Carla Fracci, direttrice del ballo. «Il Lago è un balletto che impegna la compagnia e gli ospiti di livello - racconta la Fracci - Per motivi economici si è rimandato "Il papavero rosso", primo balletto sovietico, e si sono allungate le repliche del Lago. Un investimento per il lavoro svolto per mantenere in repertorio uno dei capolavori del balletto tardo-romantico. La risposta del pubblico, della critica e della città ci ha sempre confortato. Ora attraversiamo un momento molto difficile. Speriamo che i tagli non ci mettano in difficoltà e che ci resti la forza di andare avanti». Ed il suo grido d'allarme si leva a difesa della danza italiana vilipesa. «Bisogna ricostituire quelle compagnie di danza estromesse dagli Enti lirici. Penso a Bologna, Torino, Trieste, ma anche a Napoli e Firenze - prosegue l'étoile milanese - E ciò nonostante c'è grande voglia di scuole di ballo. È un momento di grande confusione. I giovani hanno diritto di lavorare. Ci conforta il traguardo di queste 74 recite in sei anni, un record assoluto che nessun'altra compagnia può vantare. Non c'è opera lirica, neppure popolarissima, che sia stata replicata in questi anni così tante volte». ìQuesto Lago ed il traguardo che raggiungiamo sono un fiore all'occhiello - le fa eco il marito Beppe Menegatti - Per la lirica si spende molto più che per la danza. Se si produce un'"Aida", le si concede almeno il doppio di quello che è concesso ad una "Bella addormentata", operazione di non minore impegno produttivo ed allestitivo. Il mese che va a cominciare all'Opera è un mese da capitale internazionale della danza». L'edizione Samsova, che vede impegnata anche la Fracci come Regina madre, ha dalla sua un rodaggio prezioso, che sembra assicurarle in anticipo il tutto esaurito al botteghino.